Calenda tende la mano a Meloni: “Vuole incontrarmi a differenza del Pd, segno di maturità politica”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-11-25

Nessun trasformismo, dunque, ma puro pragmatismo politico: da qui la scelta di Calenda di aprire il dialogo con Meloni sulla finanziaria

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Il Terzo Polo è pronto a conquistare la scena politica italiana. O, almeno, questo è quanto sostengono i leader Matteo Renzi e Carlo Calenda, col primo che in un’intervista a La Stampa ha già pronosticato il crollo del Governo Meloni dopo le Europee del 2024 e il graduale ma inesorabile imporsi del Centro trainato da Azione e Italia Viva. Calenda, da parte sua, ha ribadito a Repubblica di essere “il centro riformista, altro rispetto al Pd e al M5S” e ha sottolineato come l’opposizione all’esecutivo di Centrodestra sarà decisa ma mai “pregiudiziale”.

Per il leader di Azione, l’obiettivo è “costruire un’area pragmatica e riformista che parli agli elettori sia di Centrodestra sia di Centrosinistra, in grado di salire al 20%, dopodiché inizierà un’altra storia”. Numeri, questi, che secondo gli ultimi sondaggi sarebbero piuttosto lontani per il Terzo Polo (che è dato appena al 7,9%), ma Calenda sottolinea: “Mancano ancora cinque anni alle elezioni”.

Carlo Calenda: “Sulla Manovra il Pd non ha risposto, invece Meloni vuole incontrarmi: un atto di maturità politica”

Nel frattempo, Carlo Calenda tende la mano al Governo Meloni sulla Manovra e al Centrosinistra sul salario minimo perché, sottolinea, “le cose giuste, come quelle sbagliate, non hanno colore”. “Io sto con Pd e M5S su salario minimo – ha spiegato Calenda – e vorrei pure migliorare la finanziaria. Non c’è contraddizione”. Nessun trasformismo, dunque, ma puro pragmatismo politico. Da qui la scelta di aprire il dialogo con Meloni sulla finanziaria: “Noi ci siamo assunti l’onere di fare una proposta di bilancio strutturata, che poi abbiamo offerto sia alle opposizioni, sia alla maggioranza. Il Pd non ha mai risposto, mentre Meloni dicendo che mi vuole incontrare ha fatto un gesto importante”.

Anzi, di più: la disponibilità della Presidente del Consiglio ad incontrare Calenda per discutere della legge di bilancio (la data non è stata ancora stabilita) è stata definita dal leader del Terzo Polo “un atto di maturità politica”. “Con l’inflazione alle stelle – ha proseguito Calenda – andiamo incontro a una stagione difficilissima: meno provvedimenti divisivi si fanno, meno tensioni sociali avremo”. Anche se non è mancata la strigliata di Calenda al Governo sul nodo sbarchi: “Direi a Meloni di non dar retta a Salvini e ai suoi ministri, questa storia delle ong deve finire. Non è solo immorale tenere i migranti sulle navi, ma è anche inutile visto che poi scendono tutti”.

A concludere, una chiara dichiarazione d’intenti per il futuro: “Noi restiamo all’opposizione, che però non sarà mai pregiudiziale. Se il Governo dovesse sfaldarsi – prosegue Calenda – sarebbero problemi per l’Italia e io non me lo auguro. Hanno vinto le elezioni e devono governare. Vediamo cosa sanno fare e se non sono in grado spetterà agli elettori decidere. È finito il tempo dei Governi d’emergenza o d’opportunismo”.

 

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