A Brunetta non piace (tanto) lo smart working

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-09-05

Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha annunciato un massiccio rientro “in presenza” per i dipendenti pubblici, affermando che lo smart working “sarà mantenuto per il 15 percento”

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Con alle porte (si spera) la fine dell’emergenza sanitaria riappare nel dibattito pubblico il tema del ritorno in ufficio. In particolare nella pubblica amministrazione, dopo un iniziale ricollocamento in “smart working” dei dipendenti, si va verso un rientro massiccio in presenza. “Il lavoro da casa non sarà abolito, resterò per una quota fino al 15 percento”, ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta a margine del forum The European House-Ambrosetti intercettato dal Corriere della Sera. “Dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici – ha aggiunto –  gran parte ha continuato a lavorare sempre in presenza: la sanità, le forze dell’ordine. La scuola sta per ripartire. Adesso è bene che anche tutti gli altri tornino, per sostenere la ripresa del Paese”.

Rinascita che passa, secondo Brunetta, anche dal rientro a lavoro di persona. Questa quindi la chiave per affrontare un altro problema posto dalla pandemia: “Smaltire le montagne di arretrati, che non sono stati ovviamente smaltiti durante lockdown e smart working, e i nuovi arretrati che si accumulano”. Per farlo ci sarà bisogno anche di nuove assunzioni: “Aiuta in questo senso – spiega il ministro – il decreto legge sul reclutamento nella Pa convertito in legge dal Parlamento a inizio agosto: grazie allo sblocco del turnover e al Pnrr stanno arrivando decine di migliaia di nuovi assunti , al Mef, alla Giustizia, nei Comuni. A maggior ragione, se si assumono 100mila giovani, li facciamo lavorare in smart working? Suvvia!”.

Ma non si tornerà del tutto indietro: alcune “lezioni” sono state imparate e lo stesso Brunetta ha riconosciuto la comodità di potersi collegare da remoto per risolvere determinate esigenze: “Per esempio – dice Brunetta – una conferenza dei servizi con 15 amministrazioni si potrà fare ancora da remoto, ma stando ognuno nel suo ufficio, in maniera efficiente e con gli strumenti dedicati, non da casa…”.

Tra le questioni che spingono verso un ritorno in presenza anche l’assenza di regolamentazione per il lavoro da remoto: lo smart working non ha avuto regolazioni contrattuali o garanzie di disconnessione, è andato avanti a tentoni grazie allo spirito di sacrificio dei lavoratori. Ma Brunetta ha annunciato entro due mesi “nuove regole su disconnessione, produttività, misurazione dei risultati”.

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