Bossi e Salvini che non capisce un c…

di dipocheparole

Pubblicato il 2016-09-18

“Faccio gli auguri di buon compleanno con un giorno di anticipo a Umberto Bossi. Senza di lui non saremmo qui”. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini dal palco di Pontida. “Certo – ha sdrammatizzato l’intervento del senatur – è la sesta volta che mi dice che non capisco un cazzo… che cosa …

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“Faccio gli auguri di buon compleanno con un giorno di anticipo a Umberto Bossi. Senza di lui non saremmo qui”. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini dal palco di Pontida. “Certo – ha sdrammatizzato l’intervento del senatur – è la sesta volta che mi dice che non capisco un cazzo… che cosa faccio? Lo abbraccio, mi metto in tasca quello che mi ha detto e vado avanti sulla mia strada”. E’ stato soprattutto un tono di affetto quello espresso da Salvini per il fondatore del Carroccio che dallo stesso palco lo aveva criticato.

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Bossi sul palco di Pontida (fonte)

Cosa aveva detto Bossi sul palco di Pontida? Ad esempio che la Lega “non potrà mai essere un partito nazionale”, sostenendo che l’obiettivo deve rimanere la “secessione” della Padania. Il presidente-fondatore della Lega ha ricevuto un’accoglienza affettuosa, ma le sue parole sulla Padania non hanno suscitato l’applauso corale del pratone. In molti però hanno inneggiato alla Padania e alla secessione, rispondendo all’appello del vecchio capo. “Io ho ascoltato in questi tempi con molta attenzione la Lega – ha detto tra l’altro Bossi -. La Lega è in un momento di grande confusione, è stata né carne né pesce, ma la Padania resta nel cuore e nella testa”. Bossi ha sostenuto che “la Lega è stata fatta per la libertà del nord dall’oppressione del centralismo italiano, non per altri motivi”, e ha osservato che “troppo spesso si sente parlare di uscire dall’euro, ma i fatti dicono che l’Italia si porta via 100 miliardi di euro e l’Europa due: chi è dunque il nemico? State attenti a tirare le conclusioni così”. Bossi, senza fare nomi, si è infine rivolto ai leghisti radunati a Pontida nel ventennale della dichiarazione di indipendenza della Padania affermando che “a volte i dirigenti devono essere richiamati dai veri proprietari, i militanti”.

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