Economia

Bonus cultura, addio ai 500 euro per i diciottenni

neXtQuotidiano 17/06/2018

Dopo le parole del ministro della Cultura ecco il Consiglio di Stato che annulla la proroga per il 2019

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Ieri il nuovo ministro dei Beni culturali e del Turismo Alberto Bonisoli in un’intervista al Corriere della Sera ha criticato il bonus cultura istituito dall’ex titolare del Collegio Romano, Dario Franceschini: “La 18 App? Vale 200 milioni… Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe”. Le frasi di Bonisoli hanno scatenato una polemica con il Partito Democratico, che ha difeso il bonus istituito dal governo Renzi mentre il sottosegretario ai Beni Culturali Gianluca Vacca su Twitter ha ribadito le critiche: “Ai bonus elettorali in stile #PD come #18app noi preferiamo investimenti strutturali ed efficaci. Facciamo crescere la #famedicultura nel paese e nei giovani! #mibact”.

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Quello che però ancora non si sapeva l’ha scritto oggi il Sole 24 Ore:  il Consiglio di Stato, con un parere depositato venerdì che, oltre a bocciare la misura nella sua ultima versione, rischia di chiudere per sempre il percorso di questo beneficio. I giudici hanno esaminato il decreto che, modificando il regolamento attualmente in vigore (Dpcm 187/2016), avrebbe dovuto prorogare il bonus per i diciottenni del 2018 e del 2019: rispettivamente, 592mila e 581mila giovani. Il problema, però, è che l’estensione di altri due anni dei 500 euro poggia su basi troppo deboli, secondo il Consiglio di Stato. Manca, cioè, una norma di rango primario che giustifichi questo allungamento dei tempi. La proroga, infatti, non è stata inserita esplicitamente nell’ultima legge di Bilancio, come era stato negli anni scorsi. La prima versione del bonus era stata regolata dalla manovra del 2016, poi attuata dal Dpcm 187/2016: qui si prevedeva l’agevolazione per chi avrebbe compiuto 18 anni nel 2016. Con la legge di Bilancio 2017 era stata disposta l’estensione ai diciottenni del 2017: da qui erano nato un provvedimento di modifica del decreto 187. L’ultima legge di Bilancio, invece, ha optato per una soluzione diversa. E si è limitata a prevedere, nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e il 2019, uno spazio per rinnovare l’agevolazione. Quindi, l’unica strada è quella di «procedere in via regolamentare una volta introdotta la fonte normativa primaria legittimante l’intervento in favore della platea dei nuovi beneficiari, in coerenza con la conferma dello stanziamento finanziario». Ma visto che il ministro è contrario, è difficile che questo si sostanzi.

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