Bologna zona rossa. Ma una settimana fa Bonaccini era d’accordo con Salvini per aprire i ristoranti a cena

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-03

La città di Bologna e il suo hinterland da questa mattina sono in zona rossa: lockdown duro dal 4 al 21 marzo. Ma il presidente della regione fino a pochi giorni fa premeva per aprire i ristoranti

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La città di Bologna e il suo hinterland da questa mattina sono in zona rossa: lockdown duro dal 4 al 21 marzo. Questo perché negli ultimi giorni il numero dei contagi è continuato a crescere, e secondo i sindaci e i tecnici è necessario lasciare tutti a casa per un po’. Eppure: eppure solo pochi giorni fa il governatore Pd dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini aveva sposato (tra lo sconcerto dei democratici) la linea salviniana.

Bologna zona rossa. Ma una settimana fa Bonaccini era d’accordo con Salvini per aprire i ristoranti a cena

E cioè: se i ristoranti -nelle zone gialle, ovvio- possono rimanere aperti al mattino, perché non possono fare lo steso a cena? Non ci si contagia a cena ma a pranzo sì? Stefano Bonaccini, che molti danno per candidato alla guida della grande famiglia dei democratici nazionale, che condivide una proposta (dalla comunità scientifica giudicata folle) di Matteo Salvini, leader della Lega: “sconcertante” per i più. Molti son rimasti a bocca aperta, se si pensa poi che erano le stesse ore in cui il segretario (attuale) del Partito democratico salutava con affetto e dava la sua solidarietà a Barbara D’Urso, a cui Mediaset ha abbassato la serranda per il suo programma domenicale “Live-Non è la D’Urso“, tutto diventa ancora più confuso. In un tweet aveva scritto, taggando la conduttrice, che l’Italia ha bisogno di programmi come il suo, così avvicinare la politica alla gente. Va bene.

Ma se torniamo a Bonaccini, della proposta di Salvini aveva detto:

Dove le cose vanno in maniera migliore si può ragionare, con controlli più serrati, dove ci sono meno rischi, con l’obiettivo di dare ossigeno a qualche attività

Sempre in quelle ore erano stati i ristoratori di Bologna a manifestare per le strade della città, con striscioni come: “Pranzare e cenare non è contagiare”. Comunque, i ristoranti a cena son rimasti (ovviamente) chiusi, ma i numeri dei contagi, purtroppo, son continuati a salire. E quindi si è deciso di far diventare rosso tutto il bolognese: tutto chiuso, anche le scuole.

Bologna in zona rossa: cosa succede dal 4 marzo

Da giovedì 4 marzo, tutti i comuni della Città metropolitana di Bologna e quelli della provincia di Modena entrano in zona rossa. Quelli della provincia di Reggio Emilia in zona arancione scuro.D’intesa con i sindaci e sulla base dei dati forniti dalle Aziende sanitarie, la Regione approverà domani una ordinanza, in vigore dal 4 a domenica 21 marzo, per fronteggiare la diffusione dei contagi, ripartita molto velocemente a causa di nuove varianti, anche fra giovani e giovanissimi, e proteggere la rete ospedaliera, dove sono in costante aumento i ricoveri sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive. Le principali restrizioni che verranno introdotte in zona rossa (quindi per l’area metropolitana di Bologna e per la provincia di Modena), in aggiunta a quelle previste in arancione scuro, riguardano la didattica a distanza al 100% per tutte le scuole dalle elementari e l’Università (nel Bolognese già prevista da ieri) e lo stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie. Sempre per le zone rosse, come stabilisce il nuovo Dpcm del Governo, è prevista la chiusura dei servizi per l’infanzia.

Per quanto riguarda la zona arancione scuro in cui viene collocata anche la provincia di Reggio Emilia, dopo i comuni della Ausl Romagna a eccezione del distretto di Forlì, e quindi quelli delle province di Rimini, Ravenna e del Cesenate, le limitazioni principali riguardano: lo stop agli spostamenti – se non per motivi di salute, lavoro e comprovate necessità – anche all’interno del proprio comune, e il divieto di recarsi da parenti, amici e nelle seconde case; la chiusura delle attività ricreative e una stretta alle attività sportive, oltre alla didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado e le Università. In presenza servizi educativi 0-3 anni e scuole dell’infanzia. In questa area rimangono invece consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese.

Da giovedì 4 marzo, quindi, anche Modena sarà zona rossa. “Una scelta necessaria e indispensabile per poter arrestare la diffusione del contagio”, commenta il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli.

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