L’embrione del blocco est-asiatico – Prima parte

di Claudio Landi

Pubblicato il 2018-11-29

In Asia orientale si sta organizzando un ‘Grande Spazio’ economico e geopolitico con un certo grado di autonomia anche dagli Usa: molti fatti di questi mesi sono in questa direzione. La missione di Shinzo Abe in Cina è stato uno dei pilastri di questo processo, assieme alla prossima missione, nel 2019, del Presidente cinese Xi Jinping a Tokyo

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L’Asia sta andando verso un ‘blocco’ est-asiatico in qualche modo ‘autonomo’ dagli Stati Uniti? Cina, Russia, ma anche India e Giappone intendono davvero ‘autonomizzarsi’ dall”egemonia’ degli Usa, a causa della ‘strategia’ politica ed economica dell’amministrazione Trump, assertiva, ‘muscolare’, oscillante e inaffidabile? Il tema richiede paper e report complessi e sofisticati: qui possiamo solo proporre brevissimi cenni e suggestioni.

L’embrione del del blocco est-asiatico

Secondo alcuni analisti, comunque le cose in Asia orientale starebbero andando proprio in questa direzione, pur fra mille e una contraddizione. Certamente alcuni fatti anche di questi ultimi giorni, confermano una tendenza alla ri-organizzazione della regione est-asiatica: i negoziati per RCEP, l’Accordo di partnership economica regionale, Cina in testa, proseguono con una certa intensità; Russia e Giappone, da parte loro, hanno iniziato il processo verso il Trattato di pace. Giappone e Russia non hanno mai firmato un formale trattato di pace dopo la fine delle ostilità nella seconda guerra mondiale: anche su questo fronte ci sono isole contese, le Kurili del sud. Il dossier è quasi terminato nei negoziati russo-giapponesi, anche grazie alla garanzia data dal primo ministro giapponese, Shinzo Abe, niente Basi Usa nella regione. L’accordo russo-giapponese aprirebbe la strada da un lato all”integrazione’ ulteriore del Giappone nella struttura geopolitica e strategica emergente in EastAsia, tra Cina e Russia, e dall’altro lato aprirebbe una autostrada agli investimenti nipponici in Siberia e nel Far East russo. Senza contare che l’intesa russo-giapponese sarebbe un ulteriore step nel processo di dialogo coreano: Giappone, Russia, assieme a Cina e Corea del sud, sono pronti alla ricostruzione materiale della Corea del nord, un ‘affaire’ economico di proporzioni storiche, se davvero prendesse l’avvio.

Dunque negoziati RCEP e colloqui russo-giapponesi: sono due elementi importanti per questa prospettiva del ‘blocco’ est-asiatico’. Secondo noi, però, il concetto di ‘blocco’ non è adatto a questa epoca di globalizzazione e interconnessioni, seppur in trasformazione. In questo mondo globalizzato non ci possono essere, a nostro avviso, ‘blocchi’ (o ‘guerre fredde’): spazi economici e geopolitici, conflitti globali e caldissimi, si; ‘blocchi’ o ‘guerre fredde’, no. In Asia orientale, in realtà, secondo noi, si sta organizzando un ‘Grande Spazio’ economico e geopolitico con un certo grado di autonomia anche dagli Usa: molti fatti di questi mesi sono in questa direzione. La missione di Shinzo Abe in Cina è stato uno dei pilastri di questo processo, assieme alla prossima missione, nel 2019, del Presidente cinese Xi Jinping a Tokyo. Ed assieme ai negoziati fra Russia e Giappone. Fino all’anno scorso, i conflitti politici fra Cina e Giappone, come fra Cina e India, rendevano, apparentemente, impossibile un tale processo. Ma la Cina ha impostato quest’anno un’altra strategia (anche se assai probabilmente le cose in realtà erano diverse anche precedentemente a dispetto di ciò che ci veniva descritto) e poi, specialmente, le politiche dell’amministrazione Trump hanno fatto il resto. Il conflitto contro la Cina, la guerra politica contro la Russia, il bilateralismo aggressivo contro il Giappone attaccato per il surplus commerciale, stanno facendo il resto. Questo ruolo cruciale del Giappone verrà esaminato nella seconda parte in uscita domani.

 

foto di copertina via instagram

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