Bill Gates e i milioni di morti prima della fine della pandemia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-20

Il co-fondatore di Microsoft pronostica che ci saranno ancora milioni di morti prima della fine della pandemia di Coronavirus SARS-COV-2 prevista per il 2021 e che la maggior parte di quelle morti non sarà causata dalla malattia in quanto tale, ma dal sovraccarico dei sistemi sanitari, e di economie già stressate

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Bill Gates,  co-fondatore della Microsoft e uno dei più grandi filantropi del mondo grazie alla Fondazione Bill&Melinda Gates, ai primi di agosto in un’intervista con il direttore dell’Economist Zanny Minton Beddoes e ripresa oggi da La Stampa ha pronosticato che ci saranno ancora milioni di morti prima della fine della pandemia di Coronavirus SARS-COV-2 prevista per il 2021 e ha aggiunto anche che la maggior parte di quelle morti non sarà causata dalla malattia in quanto tale, ma dal sovraccarico dei sistemi sanitari, e di economie già stressate.

E critica la politicizzazione della risposta americana al virus, e la diffusione di teorie del complotto (che spesso lo hanno visto protagonista), due fattori che hanno contribuito a rallentare le misure di contenimento dei contagi. Gates però vede anche motivi di speranza a medio termine: secondo lui, per la fine del 2021 sarà avviata la produzione di massa di un vaccino abbastanza efficace, rendendo immune una quota dell’umanità sufficiente da bloccare la pandemia. Gates ha iniziato a dedicarsi ai virus e ai vaccini ben prima che il nuovo coronavirus venisse scoperto nella provincia cinese di Hubei, alla fine dell’anno scorso. La Fondazione Gates è al centro di un’alleanza globale che vuole sradicare la poliomielite vaccinando tutti, e che combatte la malaria mentre sta cercando un vaccino. Già anni fa aveva messo in guardia contro una nuova malattia che avrebbe causato una pandemia globale: era un problema non del «se», ma del «quando», e Gates invitò il mondo a  tenere «esercitazioni sui germi» sul modello di quelle militari.

La sua fondazione ha già devoluto più di 350 milioni di dollari alla lotta contro la pandemia di Covid-19, soprattutto per ridurre il suo impatto nel mondo in via di sviluppo. Ma non basta. «Dobbiamo tutti spendere miliardi per ottenere il  vaccino, per evitare i trilioni di danni che la pandemia sta facendo all’economia», dice. Per scongiurare questo rischio, Bill Gates chiede ai Paesi ricchi di comprare vaccini per quelli poveri. Non è soltanto un calcolo altruistico: se alcuni Paesi resteranno bacini del virus, nuovi focolai di contagi continueranno ad apparire anche altrove. Se i  vaccini avranno nei Paesi ricchi un costo abbastanza elevato da coprire le spese fisse di produzione – test clinici, costruzione di fabbriche e così via – il costo a margine delle forniture ai Paesi poveri sarebbe relativamente modesto, nell’ordine dei 10-12 miliardi di dollari totali. Nella visione di Gates, il grosso di questa spesa dovrebbe provenire dall’America, alla quale attribuisce anche «il voto massimo» nella ricerca e nello sviluppo del vaccino, l’80 per cento dell’impegno globale.

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