Come il Coronavirus sta arrivando al Sud

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-20

In Campania aumento del numero dei ricoverati, all’ospedale Cotugno di Napoli nelreparto di terapia subintensiva ci sono 10 pazienti, più degli otto posti disponibili

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Se a marzo e aprile il 90 per cento dei contagiati era concentrato nelle regioni del Nord (soprattutto Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna), oggi questa percentuale è mutata. Su 642 nuovi casi positivi registrati ieri dal bollettino della Protezione Civile sul Coronavirus SARS-COV-2, il 47 per cento è stato trovato dal Lazio in giù. E, spiega il Messaggero, questo potrebbe portare a ulteriori problemi a breve:

Secondo il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa e consulente per la Regione Puglia, la presenza del virus si è spalmata in tutto il paese «soprattutto a causa dei viaggi, del turismo». «Ma dal punto di vista epidemiologico,sia pure con una differente distribuzione nel Paese – aggiunte Lopalco – la situazione che abbiamo oggi è simile a quella di dicembre-gennaio, solo che allora eravamo inconsapevoli, non sapevamo,non potevamo sapere, che c’erano in giro già molte persone contagiate al Nord: per questo il sistema degli ospedali è andato in tilt. Ciò che dobbiamo fare oggi è evitare che si arrivi a quel punto, essere bravi con il tracciamento e la prevenzione. E su questo anche le regioni del Centro e del Sud devono essere meticolose». Tornano alla mente le parole della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, che l’11 marzo disse: «La nostra sanità è al collasso, non reggeremmo se succedesse ciò che sta avvenendo in Lombardia». Da allora il Ministero della Salute ha messo a disposizione risorse, sono state potenziate ovunque le terapie intensive

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Il Messaggero, 20 agosto 2020

Ma qualche segnale di cambiamento del quadro c’è: in Campania aumento del numero dei ricoverati, all’ospedale Cotugno di Napoli nelreparto di terapia subintensiva ci sono 10 pazienti, più degli otto posti disponibili. Non è una situazione di difficoltà particolare, perché c’è il modo di aumentare subito i posti e anche di appoggiarsi ad altre strutture, però nulla va sottovalutato. Andreoni: «Bisogna vigilare, speravo che ci saremmo trovati ad agosto con meno casi positivi. A settembre riapriranno le scuole, torneremo nei luoghi chiusi e il virus circolerà ancora di più. Sembra una banalità, ma ormai abbiamo capito che più casi positivi ci sono, più aumentano quelli gravi mettendo in difficoltà i sistemi sanitari. Non dobbiamo arrivare a questo».

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