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Ecco a voi il rendiconto del M5S
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2016-03-09
«Ma allora scusate, se il problema non esiste, perché Toninelli e Di Maio fanno lo show contro la legge? Impossibile pensare lo facciano per avere un video teatrale da far cliccare», scrive oggi la Stampa. Il problema è quello della legge sui partiti. E il rendiconto del M5S dovrebbe servire a risolverlo
«Ma allora scusate, se il problema non esiste, perché Toninelli e Di Maio fanno lo show contro la legge? Impossibile pensare lo facciano per avere un video teatrale da far cliccare»: lo scrive oggi Jacopo Iacoboni sulla Stampa di Torino dopo aver parlato del bilancio dell’associazione MoVimento 5 Stelle, che è linkato all’interno dell’articolo. Il quotidiano parla della legge sui partiti e dell’emendamento Boccadutri che prevede 150 mila euro di multa a chi non presenta un bilancio e una forma giuridica, ed è stato lungamente contestato dal MoVimento 5 Stelle con dichiarazioni che sfioravano il surreale: «Multa al M5S per aver rifiutato i rimborsi elettorali. Il Pd vuole farci pagare 200.000 € di multa per aver rifiutato i rimborsi elettorali. La firma dell’emendamento è del noto piddino Boccadutri grazie al quale pochi mesi fa i partiti si sono regalati illegittimamente 45,5 milioni di euro di finanziamenti pubblici. In pratica il Pd ha depositato un emendamento al decreto Mille Proroghe nel quale chi non si iscrive al Registro dei partiti per avere i finanziamenti pubblici, subisce una multa di 200.000€».
Ecco a voi il rendiconto nascosto del M5S
In realtà, come era già stato notato, la multa non sarebbe arrivata a causa del rifiuto dei rimborsi elettorali, ma per “colpa” dell’assenza del bilancio. Non solo: anche la nuova legge per l’elezione della Camera dei deputati prevede che per partecipare alla competizione i partiti dovranno presentare al ministero dell’Interno il proprio statuto e i bilanci. Quindi la questione sollevata da Toninelli sembrava quantomeno curiosa. Ma Iacoboni ci dice qualcosa in più:
Qui la domanda che andrebbe posta – a Casaleggio, e ancor di più ai suoi scalatori/rottamatori del gruppetto Di Maio – è semplice: Danilo Toninelli, che per conto di Di Maio si occupa della questione della legge sui partiti, ha fatto diverse uscite molto plateali denunciando che la legge sui partiti è un modo per attaccare il Movimento, colpendolo anche economicamente.
Ma qui siamo in grado di svelare una banalissima contraddizione, che peraltro nel gruppo parlamentare del Movimento conoscono tutti benissimo: proprio per evitare di incappare nei rigori della nuova legge, il Movimento si è ormai dotato sia di un’associazione giuridica (con fondatore, tesoriere e segretario, Beppe Grillo, Enrico Nadasi, Enrico Grillo), sia di un bilancio.
In altre parole: l’associazione c’è già; il bilancio è già regolarmente pubblicato, e risulta a zero euro (certificato da una società terza, la Audit Services). Le spese per eventi, o spese legali, o extra, sono invece pubblicate sotto la voce «Comitato elettorale». Ma allora scusate, se il problema non esiste, perché Toninelli e Di Maio fanno lo show contro la legge? Impossibile pensare lo facciano per avere un video teatrale da far cliccare.
Il documento è questo ed è indirizzato alla Commissione di garanzia per gli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici:
C’è anche la relazione della società di revisione, la International Audit Services, firmata da Piero Antonio Capitini:
Il rendiconto, in tutte le sue voci tranne che per le quote associative che ammontano a 200 euro, è completamente a zero:
L’assemblea degli associati del M5S
L’assemblea del consiglio direttivo ha visto presenti Giuseppe Grillo detto Beppe, Gianroberto Casaleggio, Enrico Maria Nadasi ed Enrico Grillo. Qui compare una differenza rispetto allo statuto utilizzato per partecipare alle elezioni del 2013 pubblicato all’epoca dall’Huffington Post: si è aggiunto un altro socio, ovvero Casaleggio, rispetto a quel documento.