La verità di Massimo Artini Su Casaleggio e le mail

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-03-08

Il deputato racconta i dettagli della vicenda delle email che i grillini usavano per comunicare e del tecnico venuto per controllare fino alla comunicazione della Casaleggio sulla “situazione non sanabile” del server. E considera soltanto “plausibile” la possibilità di una «violazione delle caselle di posta e di un controllo»

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Massimo Artini alla fine dice la sua sulla storia dell’intrusione nel server delle email grillini e circostanzia di molto le accuse nei confronti della Casaleggio Associati e dell’azienda Wr Networks. In un lunghissimo post sul suo blog l’ex grillino toscano oggi in Alternativa Libera comincia dall’inizio il racconto sul dominio parlamentari5stelle.it e del gruppo per il sistema informatico composto da lui stesso e Cristian Iannuzzi, Eleonora Bechis, Gianluca Rizzo, Emanuele Scagliusi e Nicola Bianchi per decisione dell’assemblea dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle. La metà dei componenti è attualmente fuori dal M5S.

La verità di Massimo Artini

Spiega Artini che la Casaleggio all’epoca non aveva mostrato interesse nel gestire la piattaforma di comunicazione e archiviazione che i 5 Stelle volevano approntare, e aggiunge in modo significativo che anche i grillini all’epoca sembravano d’accordo nel considerare “Lo staff di Beppe Grillo” fuori dall’accordo:

L’assemblea deliberò che il gruppo di lavoro informatico si occupasse di reperire un tecnico informatico, dipendente del Gruppo Camera del MoVimento 5 Stelle, premurandosi che tale soggetto fosse ed al di fuori delle regole di comunicazione imposte dal codice etico. In modo che tale soggetto riferisse direttamente ai deputati e non alla Casaleggio.

Siamo nel maggio 2013: un tecnico viene messo sotto contratto presso il gruppo alla Camera. «La Casaleggio associati, per implementare gli accessi e poi dare le giuste configurazioni, impiega circa un mese di tempo. Il tecnico sviluppa il sito web a settembre del 2013». A quel punto accade quello che viene definito nella storia “il fattaccio”, ovvero la famosa copia delle mail su un server, come venne raccontata dalla Casaleggio in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo e firmato dallo “Staff”: quella che, dal racconto sommario, sembrava una copia di backup… in effetti lo era.

Su suggerimento dello stesso tecnico e su richiesta espressa del Presidente (Riccardo Nuti), viene pianificata la scissione del sistema informatico rispetto alle precedenti configurazioni. Questa operazione richiede la copia dei dati presenti sul server, che ospitava i dati. Tale copia fu fatta da me, direttamente sui server presenti nel provider. Tale lavoro fu autorizzato espressamente dal presidente Nuti, in quanto unico titolare e responsabile legale che poteva autorizzare l’accesso alla Farm.
Ecco intanto spiegato il perché della copia del server. Tale copia consentì di separare alcune funzioni ed i dati del server parlamentari5stelle.it furono spostati su una macchina autonoma (luglio 2014).

Nel racconto vengono nominati altri parlamentari del MoVimento come Alessio Villarosa, all’epoca capogruppo, e si racconta dell’assunzione di un altro tecnico che userà l’account Operator, ovvero quello dell’amministratore del sistema operativo, nel luglio 2014 a cui seguono due mesi di sostanziale inattività del progetto. Alla fine di settembre le cose precipitano e conviene lasciare direttamente il racconto ad Artini:

Il 2 ottobre 2014, alle ore 8.00 vengo contattato via SMS dal tecnico informatico contrattualizzato nel 2014, perché era impossibilitato all’accesso al sistema. Una verifica fatta da remoto indica che gli accessi con l’utente Operator non erano più di livello amministrativo. Qualcuno aveva modificato tutte le impostazioni. La domanda era: chi? Perché il tecnico che il gruppo conosceva come responsabile del sistema informatico era impossibilitato all’accesso?
Nella mattina del 2 ottobre 2014, il tecnico e io, ci rechiamo dal presidente e rappresentante legale, Alessio Villarosa per comunicargli la situazione. Si viene così a scoprire che il direttivo del gruppo camera del Movimento 5 Stelle, su richiesta espressa da parte della Casaleggio Associati, per il tramite del capogruppo Paola Carinelli, aveva contrattualizzato con la WR Networks un controllo sul sistema (indicando il nome di un tecnico di fiducia della Casaleggio associati, come riportato da Paola Carinelli durante la riunione del gruppo Camera del 6 ottobre 2014).
Tale tecnico, su spunto della Casaleggio, aveva richiesto pieno accesso al sistema informatico, in modalità amministrativa. Ma il contratto fu stipulato, per contrarietà del presidente del Gruppo Villarosa e di altri, solo per un accesso non amministrativo. Venne perciò creato un utente (Claudio Genova) che non poteva avere accesso ai sistemi di posta, alla modifica delle configurazioni o all’esportazione di tali dati.

Che cosa sta accadendo? Quello che racconta Il Foglio: «il 30 settembre 2014, il capogruppo Paola Carinelli e il capo della comunicazione Ilaria Loquenzi, su indicazione della Casaleggio, e senza informare il responsabile legale del gruppo, Alessio Villarosa, consegnarono al tecnico informatico torinese la password del sistema». In questa versione invece Villarosa è contrario e proprio per questo vengono fornite le password per un accesso di ricognizione e non amministrativo. Il nome e il cognome che cita Artini (Claudio Genova) dovrebbero corrispondere alla persona della Wr Networks che ha effettuato il lavoro. E questa è più o meno la storia che viene raccontata da Patrizia Terzoni, attualmente deputata del MoVimento 5 Stelle, in un commento di risposta alla Carinello quando quest’ultima annunciò il suo sì all’espulsione di Artini: Erich dovrebbe essere il nome del tecnico che aveva lavorato con “Massimo” (Artini) al sistema:
patrizia terzoni

La mail della Casaleggio

Nel contratto la Wr Networks aveva dovuto sottoscrivere obblighi di riservatezza e il contratto doveva concludersi il 19 settembre; il compenso era di 550 euro giornalieri più spese. Il tutto viene fatto all’insaputa dell’assemblea dei parlamentari del MoVimento. Dal 2 al 6 ottobre nessuno sa cosa sta succedendo; l’addetto dell’azienda incaricata cambia la password dell’account administrator e blocca il sistema. Il 3 ottobre arriva la mail della Casaleggio Associati, inviata dalla dipendente Chiara Trinetta, nella quale si parla di riscontri su una situazione non sanabile del sistema dei parlamentari. È evidente che lo staff sta parlando di un controllo tecnico effettuato oppure illustrato da chi aveva le credenziali per agire. Nella mail si aggiunge che soltanto 30 persone stanno utilizzando la posta e il calendario, e si suggerisce la dismissione immediata.

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La mail della Casaleggio pubblicata sul sito di Massimo Artini

Segnala Artini:

  • Dalla mail si evince con chiarezza che chi ha scritto il messaggio è a conoscenza del sistema parlamentari5stelle.it senza averne nessun titolo legale: “abbiamo riscontrato” in italiano significa che hai avuto modo di verificare personalmente come era configurato il sistema e se fosse bloccato o meno. La Casaleggio Associati non ha mai avuto legalmente la possibilità di accesso a quelle informazioni.
  • La scelta di esternalizzare il sistema non competeva, nemmeno come suggerimento, alla Casaleggio Associati. Peraltro esternalizzare il servizio non significa renderlo solo accessibile dall’utente.
  • La situazione non sanabile del server era volutamente indicata come non sanabile. Infatti il 6 ottobre il Presidente richiede al tecnico a cui era stata forzatamente estorta la password ed a me di tentare comunque un ripristino e di verificare che tipo di accesso Claudio Genova aveva fatto sul sistema e che tipo di informazioni poteva aver recuperato. In 3 ore ripristinammo il sistema, rilevando però alcune manomissioni che non potevano essere state effettuate solo da chi aveva effettuato l’accesso con poteri da amministratore del sistema.

La Carinelli dice di non sapere nulla dell’accaduto, non è stato possibile ricostruire cosa sia successo nel periodo in cui non è stato possibile accedere al sistema -poi ripristinato da Artini e dal tecnico – e alla fine nessun rapporto viene inviato dalla Wr Networks sull’accaduto. Artini verrà dopo qualche tempo espulso dal MoVimento per non aver rendicontato sul sito dei parlamentari. Qui il deputato di Alternativa Libera torna ad accusare la Casaleggio anche se considera soltanto “plausibile” la possibilità di una «violazione delle caselle di posta e di un controllo». A questo proposito Artini fornisce un dettaglio tecnico:

I rapporti del registro eventi di Windows evidenziavano durante il periodo dal 2 al 6 ottobre accessi mirati alle caselle di posta elettronica. Di questi rapporti il tecnico del gruppo Camera aveva fatto della documentazione da fornire al presidente. Dopo alcuni giorni il tecnico è stato attaccato duramente sul blog per altri motivi, non legati al dominio parlamentari5stelle.it.

Ma la Casaleggio sostiene che non ha avuto accesso al server in questione, come ribadisce la società stessa nel comunicato sul blog di Grillo:

La paura sale per le amministrative e il fango è pronto per essere tirato contro il MoVimento 5 Stelle. Anche le querele sono pronte e vengono inviate regolarmente. Ogni tanto è necessario tuttavia fare anche qualche precisazione. Relativamente all’articolo del Foglio scritto da Salvatore Merlo (già oggetto di precedente querela per testi non veritieri e diffamanti sul MoVimento 5 Stelle e su Casaleggio Associati) si precisa e ricorda che i due fatti a cui si fa riferimento sono stati chiariti in modo pubblico all’epoca dei fatti (qui) e Casaleggio Associati non ha mai avuto accesso al server in questione come già dichiarato.

massimo artini
Il post scritto all’epoca su Facebook da Patrizia Terzoni (15 ottobre 2014)

Il Mailgate avrà un’ultima puntata?

Leggi sull’argomento: L’altro Mailgate del MoVimento 5 Stelle

 

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