Berlusconi nel trentennale dell’omicidio di Falcone: “Lotta alla mafia priorità dei nostri governi”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-23

Silvio Berlusconi rivendica i risultati dei suoi governi nella lotta alla mafia nel trentennale della strage di Capaci: “Hanno condotto all’arresto di 32 dei 34 latitanti più pericolosi per reati di mafia, e di camorra”

article-post

A trent’anni dalla strage di Capaci nella quale rimase ucciso per mano della mafia il giudice Giovanni Falcone, Silvio Berlusconi sui suoi canali social parla di lotta alla criminalità organizzata e rivendica alcuni risultati dei suoi esecutivi: “I nostri governi hanno fatto della lotta alla criminalità organizzata una priorità. Hanno condotto all’arresto di 32 dei 34 latitanti più pericolosi per reati di mafia, e di camorra, all’arresto di 1.296 appartenenti alla malavita organizzata e alla confisca di beni ai mafiosi per un valore complessivo di oltre 25 miliardi di euro. Le mafie deturpano l’Italia, allontanano gli investimenti e scoraggiano chi fa impresa. Un pensiero e un ricordo grato a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro”.

Berlusconi nel trentennale dell’omicidio di Falcone: “Lotta alla mafia priorità dei nostri governi”

Sul finire dello scorso anno il boss Giuseppe Graviano, al 41 bis, aveva parlato di un legame con Silvio Berlusconi, che avrebbe ricevuto un investimento da parte di suo nonno, commerciante di frutta e verdura non riconducibile a Cosa Nostra. Va ricordato che in più occasioni si è cercato di legare il nome dell’ex premier alle bombe contro i magistrati, ma nessuna accusa ha mai trovato fondamento al punto che nessun processo in merito ha mai avuto luogo. Recentemente alcune parole dell’ex cav sulla guerra in Ucraina avevano generato malumori dentro Forza Italia perché troppo sbilanciate dalla parte di Vladimir Putin. “Berlusconi è sempre stato chiaro, è uomo di pace, quello è l’obiettivo principale, vuole che Zelensky e Putin si siedano al tavolo”, ha detto all’Adnkronos Antonio Tajani, coordinatore nazionale degli azzurri. “Berlusconi dice ‘non innalziamo i toni’ – ha spiegato – ma non significa stare dalla parte dei russi, ma dalla parte della pace”. Tra i più critici nei suoi confronti Elio Vito e Mariastella Gelmini.

Potrebbe interessarti anche