Beppe Grillo ha un blog a sua insaputa

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-03-14

Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico, ha pubblicato su Facebook una pagina tratta dalla memoria difensiva dell’avvocato di Beppe Grillo in una delle tante cause per diffamazione intentate finora dal PD nei confronti del leader del MoVimento 5 Stelle. Nella memoria difensiva dell’avvocato di Grillo – che dovrebbe essere il nipote Enrico – si sostiene …

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Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico, ha pubblicato su Facebook una pagina tratta dalla memoria difensiva dell’avvocato di Beppe Grillo in una delle tante cause per diffamazione intentate finora dal PD nei confronti del leader del MoVimento 5 Stelle. Nella memoria difensiva dell’avvocato di Grillo – che dovrebbe essere il nipote Enrico – si sostiene che Beppe “non è responsabile, quindi non è autore, né gestore, né moderatore, né direttore né titolare del dominio, del blog né degli account twitter, né dei tweet e Facebook, non ha alcun potere di direzione e controllo sul blog né sugli account twitter e su ciò che viene postato”.

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La memoria difensiva di Beppe Grillo pubblicata da Francesco Bonifazi su Facebook

La causa per diffamazione si riferisce a questo tweet – e al relativo post sul blog di Beppe Grillo – pubblicato nel marzo dell’anno scorso – in cui si parlava dell’indagine sul petrolio in Basilicata e delle dimissioni della ministra Guidi:

La Guidi chiese l’avvallo della Boschi che – per blindarlo e assicurarsi che tutto andasse come doveva – inserì l’emendamento incriminato nel testo del maximendamento su cui poi, con il consenso del Bomba, pose la questione di fiducia.
Un meccanismo perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro.
Ora si capisce perchè il Pd ed il governo incitano illegalmente all’astensione sul referendum delle trivelle in programma il prossimo 17 aprile: intacca gli interessi delle compagnie petrolifere e tutela i cittadini e l’ambiente. Il Bomba non può permetterlo.

Scrive Bonifazi: «Leggendo la memoria difensiva con cui il comico rispondeva alla denuncia, ho creduto di essere di fronte al copione del suo nuovo spettacolo ma il mio avvocato ha confermato: “è la sua memoria difensiva”. E lo volete sapere cosa dice il comico? Che il comico “non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del Blog, né degli account Twitter, né dei Tweet e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul Blog, né sugli account Twitter, né sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato.” Cioè scrive insulti e poi finge di non sapere chi è stato?».
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Tra l’altro, è vero che il dominio www.beppegrillo.it non è intestato al comico, ma è di proprietà di Emanuele Bottaro, ex presidente di un’associazione di consumatori, che si definisce amico del comico: «Ho chiesto a Beppe se potevo registrare il suo nome nel 2001 prima che qualcun altro lo facesse» spiegava qualche tempo fa a Panorama «ed è rimasto a me. Ho una delega ma non ho accordi di tipo economico o di tutela legale. Nel mio piccolo, partecipo in questo modo al movimento». La scelta, così come la questione della titolarità degli account social (che sono gestiti dalla Casaleggio Associati), sembra più che altro un espediente per evitare problematiche economico-legali. In ogni caso nell’atto costitutivo dell’associazione Movimento 5 Stelle è scritto chiaro e tondo che Beppe è proprietario del blog:
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Oppure, Beppe Grillo ha un blog e un account su Twitter e su Facebook a sua insaputa.

Grazie a @_47Ronin_ per la segnalazione sullo statuto

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