Beppe Grillo condannato per diffamazione aggravata a causa delle accuse all’ex dem Cinzia Capuano

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-02

Nel mirino, alcune dichiarazioni pronunciate dal fondatore del Movimento 5 Stelle ai danni dell’ex parlamentare barese del Pd Cinzia Capuano

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Dopo l’assoluzione in primo grado, ieri la terza sezione penale della Corte di Appello di Bari ha condannato Beppe Grillo per diffamazione aggravata a causa di alcune dichiarazioni pronunciate dal fondatore del Movimento 5 Stelle ai danni dell’ex parlamentare barese del Pd Cinzia Capuano. Nello specifico, durante la trasmissione “Anno Zero” del 9 giugno 2011, Grillo sottolineò l’assenza dell’onorevole Capuano in Aula in occasione del voto sulla proposta di accorpare il referendum sull’acqua pubblica a quello amministrtivo del maggio 2011, accusandola (assieme agli altri assenti del Pd) di aver voluto far fallire quell’accorpamento per sabotare la consultazione popolare e favorire in questo modo le lobbies della privatizzazione dell’acqua.

Le accuse di Beppe Grillo alla dem Capuano, che però era ricoverata in ospedale: la querela e il risarcimento

A seguito della accuse di Grillo, la dem Capuano fu costretta a giustificare l’assenza in Parlamento e il 16 marzo 2016, ovvero il giorno del voto, spiegò di non essere stata presente in Aula perché ricoverata d’urgenza in ospedale a causa di un malore. Da qui, la querela ai danni del leader pentastellato, condannato al risarcimento del danno da definire in sede civile e a rifondere le spese processuali.

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