Candidato premier M5S, ecco le regole di Grillo per far vincere Di Maio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-15

Il blog pubblica la procedura per scegliere il “designando Capo della forza politica che depositerà il programma elettorale sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle per le prossime elezioni”. Ci sono molte regole “curiose” o in contrasto con i principi del M5S, ma difficilmente qualcuno se ne accorgerà

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Beppe Grillo pubblica sul suo sito le regole per la candidatura a premier del MoVimento 5 Stelle. Il candidato, spiega il blog, sarà anche il “designando Capo della forza politica che depositerà il programma elettorale sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle per le prossime elezioni”. Queste sono le regole per la candidatura:
beppe grillo candidato premier 1

Beppe Grillo, ecco le regole per far vincere Di Maio

 

Possono proporsi quale Candidato Premier tutti gli iscritti al sito www.movimento5stelle.it che, alternativamente:
– abbiano esperito un mandato da portavoce nell’ambito di Consigli Circoscrizionali, Consigli Comunali, Consigli provinciali del Trentino Alto Adige, Consigli Regionali e del Parlamento Europeo, nonché quale Sindaco, oppure, qualora con il primo mandato in corso, abbia termine naturale del mandato entro il 28 febbraio 2018;
– siano stati eletti alla Camera ed al Senato in occasione delle consultazioni elettorali del 2013;
e che non si siano dimessi durante l’esercizio del mandato, non abbiano cambiato gruppo consiliare e/o parlamentare, siano in possesso dei requisiti previsti per le cariche elettive meglio indicati nella nota 4, 4° periodo, del Regolamento (consultabile a questo link http://www.movimento5stelle.it/regolamento/4.html), che non abbiano tenuto condotte in contrasto con i principi, valori, programmi, nonché con l’immagine del MoVimento 5 Stelle, del suo simbolo e del suo Garante, siano attualmente parti ricorrenti e/o parti attrici in giudizi promossi avverso il MoVimento 5 Stelle e/o il suo Garante;
e non abbiano mai partecipato a elezioni di qualsiasi livello con forze politiche diverse dal MoVimento 5 Stelle;
e che non siano mai stati iscritti ad alcun partito.
Ai candidati a conoscenza di indagini o procedimenti penali verrà richiesto un certificato rilasciato ai sensi dell’art. 335 del c.p.p., nonché i documenti relativi ai fatti contestati ed una breve relazione illustrativa dei fatti con autorizzazione espressa alla pubblicazione di tali atti nell’ambito dello spazio riservato a ciascun candidato.

Il blog di Grillo spiega che potranno essere candidati soltanto gli eletti del M5S negli enti locali o in parlamento, ma poi cita per i requisiti di candidatura quelli della nota 4 del regolamento, che tra l’altro recita: “Costituiscono in ogni caso requisiti essenziali ed inderogabili per candidarsi sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle in qualsiasi tipo di elezione, a livello comunale, delle province autonome, regionale, nazionale ed europea: – non ricoprire cariche elettive come consigliere circoscrizionale, comunale, provinciale, regionale, parlamentare italiano o europeo, e non essersi dimessi dalla stessa carica“. Grillo spiega poi che possono candidarsi solo coloro

…che non abbiano tenuto condotte in contrasto con i principi, valori, programmi, nonché con l’immagine del MoVimento 5 Stelle, del suo simbolo e del suo Garante, siano attualmente parti ricorrenti e/o parti attrici in giudizi promossi avverso il MoVimento 5 Stelle e/o il suo Garante

E quindi esclude automaticamente chi ha tenuto condotte in contrasto con “il Garante” del M5S – inutile ricordarvi chi è il garante – e chi ha agito in giudizio contro il M5S. Con questa mossa Beppe esclude anche chi ha agito in giudizio e – magari ha avuto ragione in tribunale –  contro di lui, anche solo per farsi riammettere dopo un’espulsione ingiusta e nel frattempo riconosciuta come tale dal MoVimento davanti al giudice. In pratica sta escludendo in maniera insensata chiunque si sia azzardato a far valere i propri diritti.

Le regole per il candidato premier e l’articolo 7 dello Statuto

C’è poi da registrare la lontananza tra le regole per il candidato premier e l’articolo 7 del Non Statuto del MoVimento 5 Stelle. Secondo le regole odierne infatti potranno candidarsi anche indagati o rinviati a giudizio mentre le regole del Non statuto prevedevano che per l’uso del simbolo del M5S  – e il candidato premier lo dovrà per forza utilizzare – bisognava “non avere alcun procedimento penale a proprio carico, qualunque sia la natura del reato contestato”.
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Non si capisce, infine, in base a quale regola o articolo dello Statuto Grillo abbia potuto decidere non tanto la procedura per la selezione, quanto i requisiti di partecipazione. Ma visto che si tratta di una corsa con un vincitore già designato, queste piccolezze non daranno tanto fastidio a chi voterà su Rousseau.

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