La rivelazione shock del ‘Guardian’: “Oltre 6.500 lavoratori immigrati morti in Qatar per Mondiali”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-23

Più che il bilancio di un campionato del mondo, assomiglia a un bollettino di guerra, di cui a farne spese sono, come sempre gli ultimi, nel silenzio imbarazzato e imbarazzante del calcio e della politica

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L’hanno già ribattezzata “la strage silenziosa”, quella dei 6.500 lavoratori migranti che – stando alla rivelazione dell’autorevole quotidiano inglese “Guardian” – sarebbero morti dal 2010 ad oggi durante i lavori di preparazione per i Mondiali di calcio in Qatar, in programma nel 2022.

“Più di 6.500 lavoratori migranti provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka sono morti in Qatar” da quando ha vinto la gara per l’assegnazione della Coppa del Mondo 10 anni fa, rivela il “Guardian”.

La strage silenziosa

“I risultati, raccolti da fonti governative, indicano -scrive il quotidiano britannico- che una media di 12 lavoratori migranti provenienti da queste cinque nazioni dell’Asia meridionale sono morti ogni settimana dalla notte di dicembre 2010, quando le strade di Doha erano piene di folle” che festeggiavano la scelta del Qatar.

“I dati provenienti da India, Bangladesh , Nepal e Sri Lanka hanno rivelato che ci sono state 5.927 morti di lavoratori migranti nel periodo 2011-2020. Separatamente, i dati dell’ambasciata pakistana in Qatar hanno riportato ulteriori 824 morti di lavoratori pakistani, tra il 2010 e il 2020. Il bilancio totale delle vittime è significativamente più alto, poiché queste cifre non includono i decessi di un certo numero di paesi che inviano un gran numero di lavoratori in Qatar, comprese le Filippine e il Kenya. Non sono inclusi anche i decessi avvenuti negli ultimi mesi del 2020”.

Numeri sconvolgenti

Numeri sconvolgenti quelli riportati dal “Guardian” e rilanciati dall’Adnkronos. Ma non è tutto:

“Ci sono stati 37 decessi tra i lavoratori direttamente legati alla costruzione degli stadi dei Mondiali, di cui 34 classificati come “non legati al lavoro” dal comitato organizzatore dell’evento. Gli esperti hanno messo in dubbio l’uso del termine perché in alcuni casi è stato usato per descrivere i decessi avvenuti sul lavoro, tra cui un certo numero di lavoratori che sono crollati e sono morti nei cantieri degli stadi”.

Più che il bilancio di un campionato del mondo di calcio, sembra il bollettino di una guerra, nel silenzio imbarazzato e imbarazzante delle principali federazioni calcistiche mondiali. L’Italia prenderà posizione?

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