Bassetti ha denunciato Paragone per l’accusa di essere stato raccomandato dal padre per diventare primario | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-22

L’infettivologo Matteo Bassetti ha denunciato Gianluigi Paragone: il senatore di Italexit lo aveva accusato di aver fatto carriera grazie alle raccomandazioni di suo padre

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L’aveva detto, e alla fine l’ha fatto: Matteo Bassetti ha denunciato per diffamazione Gianluigi Paragone dopo la lite scoppiata in diretta tv lo scorso 17 settembre a Non è l’arena. L’infettivologo aveva annunciato che avrebbe intrapreso le vie legali dopo che il senatore di Italexit aveva sostenuto che il suo trasferimento da Udine al San Martino di Genova come primario fosse avvenuto “perché suo papà ce l’ha piazzato”.

“La notizia è evidentemente falsa – sottolinea a Today Rachele De Stefani, avvocato di Bassetti – visto che il padre del professor Bassetti è morto nel settembre del 2005, quando lui aveva 35 anni e aveva appena finito il dottorato. La circostanza che gli viene attribuita è chiaramente falsa, e questa mattina è stata depositata una denuncia-querela in procura a Genova per. Seguirà anche una cospicua richiesta di risarcimento danni anche in sede civilistica, visto quanto detto davanti a milioni di spettatori. La diffamazione non è solo verso Bassetti, ma anche verso il padre”.

La polemica in tv tra Bassetti e Paragone

La discussione era nata durante un dibattito sui vaccini, di cui Bassetti è un fermo sostenitore. Dopo aver ascoltato le parole di Paragone, l’infettivologo è intervenuto: “Quello che ho sentito stasera – ha detto – è il nulla cosmico. Lo scopo principale del vaccino è quello di evitare la malattia grave e quindi il ricovero in terapia intensiva. Il secondo obiettivo è quello di ridurre il contagio. Non è vero che il vaccino non previene il contagio, lo prevede in tre quarti dei vaccinati. Prima si studia, si prende una laurea in medicina e poi si parla”.

A quel punto il senatore di Italexit aveva replicato: “Lei ha ragione, peccato che non ho un papà che mi piazza nello stesso reparto suo. È un figlio di papà, ci sta”. Minacciato di querela, aveva aggiunto: “Ho detto la verità delle cose, io sono contento (che mi denunci, ndr) perché così quando andremo a processo capiremo il suo percorso accademico, i suoi dati, la sua letteratura, finalmente sapremo anche di quando era Udine e di quando è andato a Genova, sono ben lieto di andare a processo, però ci dobbiamo andare”.

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