Barberini, la scala mobile della metro riparata con le fascette

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-29

Le fascette di plastica comunemente usate nel settore elettrico e la grave compromissione della sicurezza della scala mobile a Barberini

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Nella surreale vicenda delle fermate della metropolitana di Roma chiuse al pubblico perché mancava la manutenzione delle scale mobili spunta anche una riparazione di fortuna a Barberini. La vicenda è stata scoperta in occasione dell’incidente più recente, quello avvenuto la mattina del 21 marzo, quando un gradino di una delle scale mobili si è praticamente accartocciato su se stesso, fortunatamente senza conseguenze sui passeggeri. Dopo il guasto la struttura è stata messa sotto sequestro dalla procura, e tuttora lo è.

A seguito di quest’ultimo incidente la procura ha formulato una serie di ipotesi di reato, fra le quali la frode nelle pubbliche forniture. Secondo il pm Francesco Dall’Olio, del pool dei reati contro l’incolumità pubblica coordinato dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, gli interventi di manutenzione a Barberini sarebbero stati fatti non correttamente, incidendo «in senso peggiorativo sul corretto funzionamento degli impianti».

Nel decreto di sequestro preventivo della stazione, datato 23 marzo, si sottolinea «la grave compromissione della sicurezza della scala mobile» di Barberini, «nonostante l’intervento manutentivo». Un mese prima, infatti, il 20 febbraio, l’impianto di risalita aveva subito un guasto: uno dei gradini era uscito fuori dalla sua sede determinando il blocco del meccanismo. Forse proprio in seguito a questo incidente potrebbero essere state utilizzate le fascette all’interno degli ingranaggi.

E quindi:

Detto questo, la procura ha disposto una consulenza per capire il perché dei due incidenti e per portare alla luce eventuali riparazioni lacunose. Il fascicolo d’indagine è aperto con le ipotesi di reato di lesioni colpose a danno di alcuni tifosi russi, disastro colposo e frode nelle pubbliche forniture. Sono 12 gli indagati: fra di loro cinque dirigenti dell’Atac e dipendenti della ditta che si occupa delle manutenzioni.

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