Barbara Lezzi vuole chiudere il TAP

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-02

La neoministra del Sud annuncia il progetto che andrà sicuramente a scontrarsi con i piani della Lega. Ci sarà da ridere

article-post

Comincia alla grande l’era di Barbara Lezzi, neoministra per il Sud del governo Conte. Ieri la grillina del PIL che cresce per il caldo ha fatto sapere che ha intenzione di chiudere il TAP in costruzione in Puglia. Racconta Repubblica in un articolo a firma di Claudio Tito:

Poco più in là un’altra neoministra grillina, Barbara Lezzi, titolare del Mezzogiorno, conferma uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5Stelle:«La chiusura del Tap». Il gasdotto in costruzione e che arriverà in Puglia, in provincia di Lecce. I lavori sono stati contestati dai grillini e anche da una parte della popolazione.

«Io prima voglio studiare tutte le carte, verificare se gli altri gasdotti europei sono pienamente sfruttati e poi decideremo definitivamente. Ma quando parlo di bloccare quel progetto, non dico niente di nuovo. Noi lo vogliamo chiudere, anche rapidamente. Stanno rovinando un territorio bellissimo. Del resto se un manager come Starace, l’ad di Enel che certo non è un grillino, dice che bisogna puntare sull’energia rinnovabile, perché dovremmo ancora insistere sul gas?». La Lezzi è anche sicura che non ci sia alcun problema occupazionale. «Vi posso assicurare che la maggior parte di quelli che lavorano a quel tubo – che poi tanto piccolo non è – sono albanesi. altro che italiani».

Il TAP è un metanodotto che fa parte del Corridoio Meridionale del Gasun concetto elaborato dalla Commissione Europea per identificare nuove rotte di approvvigionamento di gas – l’opera quindi è la parte finale di un progetto più ampio e che complessivamente è lungo quasi 4.000 chilometri. Il tracciato di TAP inizia al confine tra Grecia e Turchia dove il gasdotto si collega Trans Anatolian Pipeline (TANAP) che a sua volta dopo aver attraversato la Turchia si collega al South Caucasus Pipeline che attraversa Georgia e Azerbaijan e ha origine dai giacimenti di metano sulla costa azerbaigiana del Mar Caspio. TAP è lungo 878 km e attraversa Grecia, Albania, il Mar Adriatico per arrivare in Italia dove si connette alla rete nazionale di Snam. L’opera è realizzata completamente con contribuiti privati (all’azionariato di TAP – che è un consorzio – partecipano SOCAR, Snam, BP, Fluxys, Enagás ed Axpo). Lo scopo principale di TAP è quello di creare un nuovo corridoio per l’approvvigionamento (italiano ed europeo) di gas metano in modo da poter consentire una diversificazione degli approvvigionamenti energetici e garantirne la sicurezza e la continuità. Il tracciato italiano del TAP sulla terra ferma è lungo 8 chilometri per una larghezza massima della pista dei lavori di 26 metri. TAP parte da San Foca per arrivare a Melendugno dove è stata prevista la costruzione del Terminale di Ricezione.

tap melendugno ulivi espianto - 3
Quattro delle alternative di approdo previste (fonte)

La stessa ideona, spiegata durante il ricevimento dopo il giuramento, è riportata da Federico Capurso sullo Stampa

Adesso, però, queste battaglie dovrà combatterle anche contro gli alleati leghisti, che di chiusura dell’Ilva non ne vogliono sentir parlare. Figurarsi del gasdotto azero, che porta in Europa il gas degli «amici» di Mosca. La leonessa, però, ha già le idee chiare: «La questione del gasdotto andrà portata al comitato di conciliazione», dice a La Stampa, cosciente che lo scontro con Matteo Salvini sarà durissimo, «e lì esprimerò il mio parere contrario». «Tutti dicono che questo gasdotto è un tubicino… ma quale tubicino? Alla fine del tubicino c’è un impianto che occuperebbe 15 ettari di suolo», spiega Lezzi.

Un’opera «inutile, perché ci sono già gasdotti europei che però lavorano a mezzo regime. Su quella spiaggia, poi – aggiunge Lezzi – ci sono ristoranti, stabilimenti e negozi. Tutta questa occupazione si perderà in cambio di due vigilantes che staranno a guardia dell’impianto». Non solo. «Il trattato che istituisce la Tap è un plico di tre paginette, piene di cose che non tornano».

Ovviamente non fa parte delle competenze della ministra senza portafogli la possibilità di chiusura del TAP, che del resto è già autorizzato e i tentativi di ostacolarlo da parte della Regione e del Comune sono finora andati a vuoto. Se poi si dovesse riuscire a bloccarlo, sarà interessante sapere chi pagherà il conto. Si comincia bene.

Leggi sull’argomento: Tutto quello che avreste voluto sapere sul TAP (e non avete mai osato chiedere)

Potrebbe interessarti anche