Opinioni

Gli insulti del senatore D'Anna a Barbara Lezzi

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-12-01

La senatrice Barbara Lezzi ieri su Facebook ha denunciato di aver ricevuto insulti sessisti durante un suo intervento in Aula ad opera del senatore Vincenzo D’Anna del gruppo di Verdini. Ma la responsabilità ricade anche e soprattutto sul resto dei senatori che al riguardo non hanno proferito alcuna parola. Forse perché troppo impegnati ad urlarmi […]

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La senatrice Barbara Lezzi ieri su Facebook ha denunciato di aver ricevuto insulti sessisti durante un suo intervento in Aula ad opera del senatore Vincenzo D’Anna del gruppo di Verdini.

Ma la responsabilità ricade anche e soprattutto sul resto dei senatori che al riguardo non hanno proferito alcuna parola. Forse perché troppo impegnati ad urlarmi contro perché ho ricordato che il governo Berlusconi ha aumentato le tasse come scritto nei provvedimenti e che il PD ha dato vita ad una vera e propria mangiatoia a scopo elettorale utilizzando la legge di bilancio.
Non ho avuto il tempo di ringraziare tutti i miei colleghi per la loro profonda diversità rispetto a questa gente e che sono stati gli unici a difendermi.


D’Anna è intervenuto stamattina ai microfoni di ECG, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, per spiegare: “Io rispondo a delle provocazioni, gli altri stanno zitti e sbagliano. Le offese erano del tutto gratuito e fuori dal contesto dell’intervento, perché la Lezzi era intervenuta per parlare della legge di bilancio e si è lasciata andare a commenti e a considerazioni sul gruppo Ala che sono scorrette e fuori traccia. Non aveva niente da dire. C’era stato un precedente in commissione. Il gruppo Ala aveva proposto un emendamento per il finanziamento di un istituto di ricerca di genetica molecolare che opera a Roma e si interessa della ricerca sulle malattie rare. Essendo stato io da poco eletto presidente dell’ordine nazionale dei biologi c’era stata la levata degli scudi della Lezzi che come al solito, non capendo niente, ha detto che mi stavano facendo un favore. I miei colleghi si sono messi a ridere e hanno spiegato alla Lezzi, dandole dell’ignorante, che quello che stava dicendo non era reale. Lei era offesa perché in commissione le avevano dato dell’ignorante. Io le ho detto ‘vaiassa’, un termine napoletano che sta ad indicare la cameriera, la donna di servizio. Come dicono gli inglesi, mentre i gentiluomini parlano delle cose, i domestici parlano delle persone. Lei ha fatto così. Io non chiedo scusa, anzi è lei che deve chiedere scusa a noi. Ci ha barbaramente offeso. Vaiassa significa cameriera, non è un insulto sessista. La Lezzi si conferma nella sua abissale ignoranza”.

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