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In Russia sono stati arrestati cinque bambini per aver portato fiori davanti all’ambasciata ucraina a Mosca | VIDEO
neXtQuotidiano 03/03/2022
Le immagini sono state immortalate dalla madre di uno dei piccoli fermati dalla Polizia
“Njet voyne”. Questa è la scritta che compare in quel cartello tenuto in mano da uno dei cinque bambini arrestati a Mosca da parte della polizia russa. I piccoli si trovavano davanti all’ambasciata dell’Ucraina nella capitale della Russia e avevano appena deposto – insieme ai loro genitori – dei fiori davanti all’ingresso di quel palazzo. Poi l’intervento delle forze dell’ordine che, da giorni, proseguono con i fermi (stamattina si parla di oltre 7.600 persone finite in carcere) di chi è sceso in piazza pacificamente per chiedere la fine di quel conflitto voluto da Vladimir Putin.
Chi è #Putin?
Bambini arrestati in #Russia. La loro colpa? Aver portato dei fiori davanti l’Ambasciata dell’#Ucraina per protestare contro la #Guerra. Esattamente quello che stanno facendo in #Italia i nostri figli! Il Video è rilasciato dalle autorità Russe, e ho detto tutto. pic.twitter.com/dYGzpwjhPy— Giuseppe Pacenza???? (@Gius_Pacenza) March 2, 2022
Bambini arrestati a Mosca per aver portato fiori all’ambasciata ucraina
Le immagini di questi cinque bambini arrestati sono state condivise anche dal profilo Facebook ufficiale dell’Ambasciata d’Ucraina in Italia, con questa descrizione:
“Putin è in guerra anche contro i bambini. In Ucraina, dove i suoi missili hanno colpito asili e orfanotrofi. Adesso soffrono anche i bambini russi. David e Sofia (7 anni), Matvey (9 anni), Gosha e Liza (11 anni) sono stati arrestati questa notte a Mosca per i loro poster ‘NO TO WAR’. Ecco cos’è la paura”.
I cinque piccoli sono stati fermati, come si vede nelle immagini. Uno di loro ha in mano ancora quel cartello con su scritto quel messaggio: “Njet voyne”. No alla guerra. Arrestati insieme ai genitori. E la madre di una delle bambine ha pubblicato anche un video in cui mostra la sua piccola in lacrime, seduta in una stanza divisa con le sbarre tipiche di una “prigione” per il fermo della Polizia, prima del rilascio. E la donna ha raccontato:
“Cercavo di calmare i bambini, dicendo loro che eravamo insieme, eravamo al sicuro. Benché non ci credessi più. Mi sono spaventata molto quando hanno cominciato a chiedermi per quali motivi avessi messo a rischio la vita e la salute dei bambini. Ho temuto che potessero privarmi dei miei diritti di genitore. L’inferno attorno a noi diventa già così abituale”.
Una storia diventata un’abitudine nella Russia dell’ultima settimana. Sono migliaia gli arresti nei confronti di chi scende in piazza pacificamente per protestare contro la decisione di Putin di invadere l’Ucraina. Tra di loro anche Yelena Osipova, l’anziana superstite dell’assedio nazista di Leningrado, fermata dalla Polizia russa a San Pietroburgo.