Opinioni

Azione! Il manifesto di Carlo Calenda

Alessandro D'Amato 21/11/2019

Azione! Come un regista di primo pelo, Carlo Calenda lancia il suo movimento attraverso una pagina di pubblicità acquistata sui quotidiani. Il manifesto dell’ex ministro dello Sviluppo, che ha arruolato anche il deputato ex Partito Democratico Matteo Richetti, comincia con un incipit che abbiamo già sentito (“L’Italia è il paese che amo”), dice di essere […]

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Azione! Come un regista di primo pelo, Carlo Calenda lancia il suo movimento attraverso una pagina di pubblicità acquistata sui quotidiani. Il manifesto dell’ex ministro dello Sviluppo, che ha arruolato anche il deputato ex Partito Democratico Matteo Richetti, comincia con un incipit che abbiamo già sentito (“L’Italia è il paese che amo”), dice di essere contro i populisti e i sovranisti e poi dice di stare con l’Italia “che lavora, produce, studia e fatica”, come se ci fosse qualcuno che è contrario agli italiani che lavorano, producono, studiano e faticano.

Ora basta! L’Italia è un grande Paese. Siamo l’ottava potenza mondiale, la seconda economia manifatturiera d’Europa, uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea e il luogo di nascita della cultura occidentale.

Nessuna maledizione ci condanna a dover scegliere tra i disastri dei populisti e quelli dei sovranisti.

AZIONE è il luogo di mobilitazione dell’Italia che lavora, produce, studia e fatica. L’Italia stanca degli scontri inconcludenti tra tifoserie e degli slogan privi di contenuti.

Azione di Calenda si intesta una serie di padri nobili ben sapendo che il problema dei partiti politici come il suo è che è la madre ad essere ignota:

Le nostre radici culturali e politiche sono quelle del liberalismo sociale e del popolarismo di Sturzo. La necessità di sintesi tra queste grandi culture è oggi ancora più evidente.

azione carlo calenda

E innesta la sua azione politica all’interno di un percorso piuttosto lontanuccio culturalmente dai Socialisti Europei, tra i quali Calenda si è fatto eleggere soltanto qualche mese fa:

La scuola non è un bacino occupazionale ma il presidio democratico, culturale e civile per formare e liberare gli uomini ed educarli al rispetto dello Stato e della comunità. Uno Stato forte non è quello che nazionalizza le imprese, ma quello che istruisce i cittadini e li prepara ad affrontare le sfide di una società libera e di un’economia fondata sulla concorrenza e sulla sostenibilità.

Dopo essere andato in parlamento con i loro voti, adesso Calenda inneggia all’economia “fondata sulla concorrenza e sulla sostenibilità”. Infine, l’annuncio finale:

carlo calenda

Il movimento di Calenda e Richetti va ad affollare un’area di centro che attualmente è presidiata da molti altri (+Europa, Italia Viva, Forza Italia) mentre perde sempre più voti in nome della polarizzazione estrema dell’elettorato. Chissà cosa succede, secondo l’economia di mercato, quando aumenta l’offerta di un bene e insieme ne diminuisce la domanda.

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