Il giallo dell’avvelenamento di Abramovich

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-29

Roman Abramovich è stato davvero avvelenato? La conferma del portavoce, lo scettiscimo USA, l’ipotesi di una dose non letale, usata come “avvertimento”

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Roman Abramovich e i delegati ucraini sono stati avvelenati durante i negoziati avvenuti il 3 marzo al confine vicino a Polonia e Bielorussia? La notizia, pubblicata dal Wall Street Journal e dal team di giornalismo investigativo Bellingcat, afferma che Abramovich e gli altri due avrebbero sofferto di chiari sintomi di avvelenamento, occhi rossi, lacrimazione costante e dolorosa, desquamazione e caduta della pelle del volto e delle mani, durati un giorno e una notte

Il giallo dell’avvelenamento di Abramovich

L’oligarca russo Roman Abramovich avrebbe perso la vita per alcune ore dopo il sospetto avvelenamento a Kiev. Lo scrive il Financial Times citando una fonte vicina a Volodymyr Zelensky. ”Le persone sono diventate totalmente cieche il giorno dopo”, ha detto la fonte al Financial Times aggiungendo che ”non abbiamo identificato la sostanza. Non ho idea di chi ci fosse dietro l’attacco, ma sembra che Roman fosse l’obiettivo principale”. Un portavoce dell’oligarca russo ha confermato l’avvelenamento alla BBC che avanza anche delle ipotesi sui mandanti: estremisti russi. Secondo Reuters però da parte degli Stati Uniti, citati nella forma di un funzionario anonimo, ci sarebbe scetticismo e le condizioni di Abramovich e dei negoziatori ucraini sarebbero dovute a fattori ambientali e non a un avvelenamento.

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Ma il corrispondente della BBC Frank Gardner afferma che non sarebbe sorprendente che gli Stati Uniti abbiano tutto l’interesse nel minimizzare il caso: se, come paventato, i sintomi che si sono manifestati in Abramovich e e negli ucraini fossero da ricondurre all’uso di un’arma chimica in Ucraina da parte della Russia, gli USA potrebbero essere costretti a considerare un’azione di risposta che potrebbe tramutarsi in un escalation che sono estremamente riluttanti a innescare. Secondo Bellingcat, che sostiene di aver consultato esperti locali, «non si tratterebbe di novichok » come occorso a Skripal e Navalny, ma di un altro agente chimico in piccole proporzioni e con tossine non fatali, «probabilmente a base di porfirina, organofosfati o un composto biciclico». Una dose volutamente non letale, per lanciare un avvertimento. Secondo i dettagli emersi finora i sintomi sarebbero comparsi dopo una riunione a Kiev durata fino alle 22, ma non è chiaro come sarebbe stata somministrata la dose di veleno: infatti  i tre nelle ore precedenti avevano consumato solo cioccolato e acqua ma un altro membro del gruppo che aveva mangiato lo stesso cibo e bevuto la stessa acqua non ha avuto alcun problema. Il giorno dopo, il 4 marzo, Abramovich, Umerov e l’altro negoziatore sono andati in macchina da Kiev a Leopoli, hanno proseguito per la Polonia e poi per Istanbul e sono del tutto scomparsi dopo una settimana. Proprio pochi giorni fa era stato proprio  Volodymyr Zelensky a chiedere agli Stati Uniti di non imporre sanzioni contro il patrimonio di Roman Abramovich. Il presidente ucraino – secondo il Wall Street Journal – avrebbe suggerito infatti a Joe Biden di attendere per le sanzioni in quanto l’oligarca potrebbe giocare un ruolo nei negoziati di pace con la Russia grazie alla sua influenza sul Cremlino.

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