Avigan: gli scienziati e i professori chiariscono mentre il Veneto “avvia la sperimentazione”…

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-22

«Le cose vere sono che il farmaco esiste davvero e potrebbe essere efficace, come tanti altri farmaci noti, ma prima di scegliere la terapia bisogna valutare e studiare”, spiega il professore e onorevole Marco Bella. Ma intanto il governatore del Veneto ha chiesto all’AIFA di avviare una sperimentazione

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Dopo i video e le chiacchiere dal Giappone il mondo della scienza prende posizione su Avigan, il farmaco giapponese testato con successo in Cina per curare forme lievi di Coronavirus SARS-COV-2 ma che non è una cura miracolosa per COVID-19.

Avigan: gli scienziati e i professori chiariscono mentre il Veneto avvia la sperimentazione…

“Non esistono evidenze scientifiche in merito”, ha chiarito all’AdnKronos Salute il virologo Roberto Burioni, che già aveva sottolineato in un tweet di non fidarsi di alcuni annunci che arrivano dall’estero. “Il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofen, i proclami sugli Ace inibitori che i somari scrivono Eca – scriveva l’esperto – hanno una cosa in comune: sono tutte scemenze. Le novità vi arriveranno dalle autorità sanitarie, non dai social o da YouTube”.

avigan roberto burioni

Le autorità cinesi alcuni giorni fa sostenevano che il farmaco nipponico, sviluppato dalla Fujifilm Toyama Chemical, si è dimostrato efficace nel trattamento di pazienti contagiati dal coronavirus. Il prodotto, ha riportato il Guardian, è stato utilizzato con successo nel trattamento di 340 pazienti tra Wuhan e Shenzhen. I pazienti a cui è stato somministrato il farmaco sarebbero risultati negativi, in media, a 4 giorni dalla positività. L’emittente Nhk ha riferito che i pazienti non trattati, invece, avrebbero impiegato 11 giorni per arrivare allo stesso risultato. Inoltre, le radiografie avrebbero confermato miglioramenti nelle condizioni polmonari del 91% dei pazienti a cui è stato somministrato il farmaco. La percentuale scende al 62% se si considera chi non ha ricevuto Avigan. Nessun commento ufficiale, al momento, dalla Fujifilm Toyama Chemical.

E Luca Zaia avvia la sperimentazione con l’AIFA in Veneto…

Intanto, chiarisce l’AIFA in una nota, “Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli Usa. Ad oggi, non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con Covid-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia Covid-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol. Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Gli stessi autori riportano come limitazioni dello studio che la relazione tra titolo virale e prognosi clinica non è stata ben chiarita e che, non trattandosi di uno studio clinico controllato, ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti”. Anche Marco Bella, onorevole del MoVimento 5 Stelle ma soprattutto docente universitario, ha scritto su Facebook a proposito della vicenda:

Ci sono una serie di affermazioni che dovrebbero farci drizzare le antenne e farci porre domande sulla loro attendibilità: “vi racconto la verità” “l’AIFA ha fiutato l’affare economico”, “in Italia stiamo facendo il solito gioco di marchette”.

Come tutti i video emozionali, ci sono cose vere e altre meno. Per combattere il coronavirus stanno lavorando fior di ricercatori e scienziati. Secondo voi ci serve davvero qualcuno senza adeguate qualifiche che ci racconta come sconfiggere una pandemia globale con un video su Facebook? Le cose vere sono che il farmaco esiste davvero e potrebbe essere efficace, COME TANTI ALTRI FARMACI NOTI, ma prima di scegliere la terapia bisogna valutare e studiare.

avigan video giappone marco bella

I farmaci miracolosi senza effetti collaterali e che funzionano per tutti, NON esistono. Prima di somministrare un medicinale, bisogna tenere conto di stato di salute del paziente, avanzamento della malattia… mica si può dare un farmaco a tutti in modo leggero ipotizzando che funzioni allo stesso modo! I paesi asiatici sono stati colpiti più volte da epidemie e hanno un sistema di risposta molto efficiente.

Infatti, in Sud Corea l’epidemia la hanno fermata agendo in modo repentino, a circa 10.000 casi. In Giappone, nonostante la vicinanza con la Cina, sono riusciti a contenere la diffusione del coronavirus fino ad adesso. Ma questi risultati sono dovuti a un grande lavoro, non certo a farmaci miracolosi come affermato nel video senza alcuna evidenza.

Chi invece pare abbia creduto a tutto quello che si dice nel video è il governatore del Veneto Luca Zaia: “Sta girando un video di un farmaco giapponese, l’Avigan. L’Aifa ha dato l’ok alla sperimentazione, e verrà sperimentato anche in Veneto, spero che da domani si possa partire”. La dichiarazione è comunque importante perché dimostra che non c’è nessuna istituzione brutta e cattiva che vuole “nascondervi come stanno le cose”. L’AIFA fa anche sapere di essere pronta a muoversi per vie legali: “La Commissione Tecnico-Scientifica di Aifa riunita in seduta permanente, rivaluta quotidianamente tutte le evidenze che si rendono disponibili al fine di poter intraprendere ogni azione (inclusa l’autorizzazione rapida alla conduzione di studi clinici) per poter assicurare tempestivamente le migliori opzioni terapeutiche per il Covid-19 sulla base di solidi dati scientifici. In particolare, nella seduta di domani, lunedì 23 marzo, la commissione si esprimerà in modo più approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir”. Si ribadisce, conclude il comunicato, che “Aifa è costantemente impegnata a tutelare la salute pubblica, a maggior ragione in un momento di emergenza come quello attuale, dando informazioni puntuali e aggiornate sulle evidenze scientifiche e, nell’esortare a non dare credito a notizie false e a pericolose illazioni, si riserva il diritto di adire a vie legali ove opportuno”.

EDIT ORE 16,13: L’AIFA chiarisce in una nota: “Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli Usa. Ad oggi, non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con Covid-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia Covid-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol. Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Gli stessi autori riportano come limitazioni dello studio che la relazione tra titolo virale e prognosi clinica non è stata ben chiarita e che, non trattandosi di uno studio clinico controllato, ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti”. “La Commissione Tecnico-Scientifica di Aifa – prosegue la nota – riunita in seduta permanente, rivaluta quotidianamente tutte le evidenze che si rendono disponibili al fine di poter intraprendere ogni azione (inclusa l’autorizzazione rapida alla conduzione di studi clinici) per poter assicurare tempestivamente le migliori opzioni terapeutiche per il Covid-19 sulla base di solidi dati scientifici. In particolare, nella seduta di domani, lunedi’ 23 marzo, la commissione si esprimera’ in modo piu’ approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir”. Si ribadisce, conclude il comunicato, che “Aifa e’ costantemente impegnata a tutelare la salute pubblica, a maggior ragione in un momento di emergenza come quello attuale, dando informazioni puntuali e aggiornate sulle evidenze scientifiche e, nell’esortare a non dare credito a notizie false e a pericolose illazioni, si riserva il diritto di adire a vie legali ove opportuno”.

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