Autostrade, la trattativa segreta per il maxirisarcimento

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-03

Il costo della rottura scende da 23 a 6-8 miliardi. Ipotesi d iindennizzo da 700 milioni. L’atto di revoca potrebbe arrivare a marzo

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Federico Fubini sul Corriere della Sera oggi racconta che c’è una trattativa segreta tra governo e Autostrade mentre la revoca della concessione è ufficialmente scesa di prezzo – da 23 a 6-8 miliardi – per  una norma nel decreto «milleproroghe» di Natale che, di fatto, modifica le clausole di rottura dell’accordo del 2007 fra il governo di allora e Aspi.

Queste ultime prevedono l’indennizzo totale dei ricavi previsti dall’azienda fino alla fine della concessione nel 2038, in ogni caso: sia che il governo intervenga nell’interesse pubblico, che per inadempienza del concessionario come è il caso per il crollo del ponte Morandi. Anche dopo un «indennizzo» da parte dell’azienda del 10% per i propri errori, il conto della revoca sarebbe dunque astronomico: per toglierle la gestione di quasi tremila chilometri di autostrade, lo Stato dovrebbe versare alla società del gruppo Atlantia 23 miliardi. Con il decreto «milleproroghe», invece, la situazione cambia, ma solo in parte.

Una rottura dell’accordo non funzionerebbe infatti come previsto due giorni fa dal capo dei 5 Stelle Luigi Di Maio, secondo il quale «si perdono solo i profitti dei Benetton» (la famiglia che controlla Aspi attraverso una quota del 30,2% nella holding Atlantia). Lo Stato dovrebbe comunque rimborsare Autostrade per le opere già realizzate e altre penali: secondo stime affidabili, appunto, fra sei e otto miliardi. Di sicuro si aprirebbe poi un contenzioso legale, perché Atlantia chiederebbe l’intero risarcimento di 23 miliardi e un pagamento per i danni alla reputazione della holding quotata.

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Le autostrade in Italia (Corriere della Sera, 3 gennaio 2019)

L’atto di revoca del ministero dei Trasporti potrebbe arrivare a inizio marzo.

Nel frattempo, le due parti possono provare a riprendere le fila di un negoziato che il premier Giuseppe Conte aveva aperto in autunno con una richiesta precisa: un taglio delle tariffe autostradali del 5% stabile nei prossimi anni. Aspi finora ha respinto questa ipotesi, tracciando due linee rosse: rifiuta di offrire riduzioni dei pedaggi —anche quelle proposte dall’Autorità dei Trasporti — e non vuole ridiscutere neanche per il futuro i termini della convenzione che prevedono indennizzi colossali a proprio favore in caso di revoca per la sua stessa malagestione. In compenso gli emissari dei Benetton mettono sul tavolo del negoziato del denaro: 600 milioni di euro per ricostruire il ponte di Genova, 800 per indennizzi ai genovesi e 700 che il governo potrebbe impiegare come meglio crede.

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