Autocertificazione per gli spostamenti: la nuova versione aggiornata del modulo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-24

Cambia di nuovo il modulo per l’autocertificazione dei cittadini che intendono fare spostamenti. Nel nuovo modulo il dichiarante deve indicare oltre alla residenza anche il domicilio

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Cambia di nuovo il modulo per l’autocertificazione dei cittadini che intendono fare spostamenti. Lo prevede una circolare inviata ai prefetti dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, alla luce del nuovo decreto del presidente del Consiglio pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale e contenente ulteriori misure contro la diffusione del Coronavirus.

La nuova versione del modulo autocertificazione per gli spostamenti

Nel nuovo modulo il dichiarante deve indicare oltre alla residenza anche il domicilio. Nella prima parte, tra i provvedimenti di cui deve dichiarare di essere a conoscenza, ci sono anche il Dpcm del 22 marzo e l’ordinanza del ministero della salute del 20 marzo “concernenti le limitazioni alle possibilità di spostamento delle persone” nel territorio nazionale. Nel nuovo modulo occorre inoltre indicare da dove lo spostamento è cominciato e la destinazione. Per quanto riguarda i motivi, restano le “comprovate esigenze lavorative”, i “motivi di salute” e la “situazione di necessità”, mentre la voce “assoluta urgenza” sostituisce quella del “rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”, in quanto viene recepito il dpcm del 22 marzo che vieta i trasferimenti da un Comune all’altro. Infine rimane la “situazione di necessità” per spostamenti all’interno dello stesso comune, come già previsto dai Dpcm dell’8 e del 9 marzo.

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Il modulo è scaricabile sul sito del ministero dell’interno cliccando qui. Intanto il Governo pensa ad una stretta delle sanzioni (fino a duemila euro di multa e la confisca del mezzo di trasporto) per chi non rispetta il divieto di spostarsi. Tanti continuano a disubbidire ai divieti, incappando nel reato di “inosservanza dei provvedimenti del’Autorità”, che il Codice punisce con la reclusione fino a tre mesi di reclusione ed un ammenda fino a 206 euro. Pene che non costituiscono un valido deterrente, ha lamentato il capo della polizia Franco Gabrielli, che ha chiesto “sanzioni più efficaci”, definendo “in questo momento assolutamente insufficiente” l’articolo 650, aggiungendo che certi comportamenti da parte dei cittadini sono “ingiuriosi” nei confronti di medici e infermieri che “stanno conducendo una battaglia contro la morte e salvando vite”. Gabrielli raccoglie ovviamente gli umori dei suoi uomini, che sono quotidianamente in strada per fare rispettare le misure via via più stringenti decise dai decreti del premier.

Quanti ieri sono stati beccati fuori casa

I “riottosi” ieri sono stati 10.326 su 157.621 controllati. Dall’entrata in vigore delle nuove regole, l’11 marzo, sono state denunciate 96mila persone su 2 milioni controllate. Cifre ancora importanti e che rischiano di vanificare la linea del “distanziamento sociale” sollecitata dagli studiosi per bloccare la diffusione del Covid-19. Il Governo sta pensando quindi ad una stretta per colpire più pesantemente nel portafogli chi viola le norme anti-contagio. Un testo potrebbe essere valutato già nel Consiglio dei ministri di domani. L’idea è quella di inasprire l’ammenda ora prevista, introducendo una sanzione amministrativa, non penale, per chi non rispetta le limitazioni agli spostamenti. Si discute, secondo alcune fonti, di una multa che potrebbe essere intorno ai 2.000 euro. Nonché della confisca del mezzo su cui viaggia il trasgressore. E per individuare assembramenti e movimenti illegali molti comuni stanno ricorrendo all’utilizzo di droni, che però è limitato da un apposito Regolamento dell’Enac.

Oggi l’Ente, rispondendo alle numerose richieste arrivate dalle polizie locali ha varato una disposizione che prevede deroghe al Regolamento sui droni per “le operazioni di monitoraggio degli spostamenti dei cittadini sul territorio comunale”. E gli aerei senza pilota potranno essere usati anche “nelle aree prospicienti di tutti gli aeroporti civili”. Infine, cambia nuovamente il modulo per l’autocertificazione, che indica ora anche il domicilio del dichiarante, oltre alla residenza, e recepisce gli ultimi divieti di movimento. L’indicazione è stata data con una circolare inviata dal capo della Polizia a prefetti e questori. Nel documento viene precisato chi è legittimato a spostarsi: ad esempio i pendolari e chi va alla stazione o all’aeroporto per “trasferire propri congiunti nella propria abitazione”.

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