Attualità
Quelli che attaccano Lucia Annibali per aver osato rispondere a Travaglio
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-12-28
Dove impariamo che una vittima di violenza non può sentirsi offesa e ferita da parole violente che le ricordano ciò che ha subito perché “è del PD”, “è un suo problema personale” o perché “deve ancora superare il trauma”. Il meglio dell’Internet dell’odio di oggi
Non è piaciuta a Lucia Annibali la speranza espressa da Marco Travaglio che la legislatura venga sciolta nell’acido. E questo non solo perché è rimasta vittima di un attacco con l’acido che l’ha lasciata sfigurata. E nemmeno perché consigliere giuridico dell’allora ministro per le pari Opportunità Maria Elena Boschi con una parte di questa legislatura ci ha avuto a che fare senza commettere alcun “crimine” (nell’accezione manettara del termine). Non è piaciuta perché è violenta e promuove un atteggiamento violento. E la Annibali non è l’unica a pensarla così.
Come hanno preso i fan di Travaglio la risposta di Lucia Annibali all’editoriale del Direttore del Fatto
D’altra parte Travaglio ha costruito una carriera su questo modo di scrivere e di raccontare i fatti. Ed è per questo che i suoi fan più accaniti hanno imbracciato la tastiera e stanno ora attaccando la Annibali rinfacciandole, senza mezzi termini, di essere una serva del PD. Risulta estremamente difficile comprendere che ci sono persone sfregiate con l’acido che non hanno alcuna attinenza con il Partito Democratico. E allo stesso tempo “sciogliere nell’acido” fa pensare al brutale metodo mafioso già usato da personaggi come Riina e Brusca. Non proprio due figure da tenere come esempio.
La metafora di Travaglio, ci spiegano i suoi esegeti, “racconta cosa spetterebbe a questo schifo di governi composti da schifo umano”. Travaglio non si è rivolto alla Annibali ma alla legislatura. Che fino a prova contraria è un periodo di tempo nel quale agisce un numero ben preciso di persone (alcune delle quali non hanno nulla a che fare con il PD visto che stanno all’opposizione).
Le critiche della Annibali, legittime tanto quanto la libertà di parola di cui godiamo tutti Travaglio compreso, invece non hanno ragione d’essere perché l’avvocatessa si è “svenduta” ed è diventata la marionetta politica di Renzi e della Boschi. Parole molto pesanti nei confronti di una donna che – per non diventare la marionetta di un uomo – è stata sfregiata con l’acido.
Non mancano nemmeno quelle che rivendicano di aver pensato, detto e scritto la stessa cosa (e prima di Travaglio!1) e ci tengono a far sapere alla Annibali di non sentirsi in colpa per niente. Bontà loro.
Lucia Annibali strumentalizza il suo problema per fare politica!1
Travaglio non ha scritto niente di male “la malizia sta negli occhi di chi guarda” scrive un sagace commentatore senza rendersi conto che la Annibali gli occhi ha rischiato di perderli proprio a causa dell’acido.
Un altro profilo a cinque stelle propone di fare una raccolta firme per eliminare l’acido: “guai a chi usa o parla dell’acido”. La Annibali invece è “ipocrita” perché “strumentalizza un suo problema”.
Il punto ovviamente non sta nell’usare l’acido (certo usarlo contro le persone è reato) né usare la parola “acido”. Il punto sta nel parlare di “sciogliere nell’acido”. Il punto sta nella violenza contenuta in quella frase. Non sarebbe stato molto diverso scrivere “bruciare nei forni di Aushwitz la legislatura”. Eppure chissà perché Travaglio non lo ha scritto.
Altrove si cerca di spiegare che Travaglio – pur usando parole pesanti – si riferiva al metodo mafioso mentre la Annibali non ha ancora superato il trauma ed è “ipersuscettibile”.
E poteva mancare quella che ha capito tutto e che scrive che quello dell’acido è “un problema personale fra te e 1 ex” e che quindi la Annibali dovrebbe lasciare fuori chiunque non c’entra nulla. Al massimo se vuole potrebbe andarne a parlare dalla De Filippi insomma.
EDIT: Marco Travaglio su Facebook risponde a Lucia Annibali