Atlante 2: come verrà salvato il Monte dei Paschi di Siena

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-28

Sofferenze acquistate a un prezzo fino al 32% del valore originario, ritenuto compatibile con un rendimento atteso del 6%. L’anticipazione sul Sole 24 Ore

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Atlante II intende comprare le sofferenze delle banche italiane a un prezzo fino al 32 per cento del valore originario. Un livello ben più elevato di quello che oggi i fondi di investimento sono disposti a concedere, ma comunque ritenuto «compatibile» con un rendimento atteso del 6 per cento. Lo scrive oggi il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Luca Davi e Marco Ferrando che anticipa il piano per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena:

E per fare tutto questo, il fondo guidato da Alessandro Penati avrà una potenza di fuoco che oscillerà tra una size minima di 1,25 miliardi (già potenzialmente superata) e una massima che potrà salire fino a 5 miliardi di euro. Sono solo alcune delle linee guida contenute nel business plan di Atlante II. Il documento riservato e diffuso ai potenziali sottoscrittori, di cui Il Sole 24 Ore è venuto in possesso, illustra le caratteristiche, le prospettive finanziarie e le modalità operative del fondo. Cinquantotto pagine che descrivono quali sono le potenzialità dell’investimento in strumenti finanziari quali le tranche junior e mezzanine, realizzate cartolarizzando Npl che potranno provenire da una «pluralità di banche italiane».

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Atlante 2: il piano per MPS (Il Sole 24 Ore, 28 luglio 2016)

L’intero articolo è disponibile sul quotidiano in edicola. Sul tavolo di Francoforte l’amministratore delegato Fabrizio Viola – assistito da JpMorgan e Mediobanca – ha messo un’operazione che passa per un aumento fino a 5 miliardi (potrebbe essere anche di importo minore), condizionato al trasferimento di 10 miliardi di sofferenze nette (27 miliardi lorde) nella mani di Atlante 2, che a breve riaprirà le sottoscrizioni per tornare ad una dotazione di 3,5 miliardi. Mps, una volta liberata dalla zavorra degli Npl, come spiegato anche dagli analisti del Credit Suisse, potrebbe registrare una riduzione degli accantonamenti da 100 a 40 punti base, che andrà a rafforzare l’utile per oltre 200 milioni, fino a 800 milioni. Con questi livelli di profittabilità, Mps, sostengono dalla banca svizzera, si potrebbe registrare un ritorno d’interesse degli investitori tale da permettere di chiudere con successo l’aumento di capitale. Inoltre, una volta rafforzato il patrimonio, Mps potrebbe finalmente diventare oggetto di acquisizione. Un altro tema su cui si sta lavorando, poi, è il bridge loan (prestito ponte). Visti i tempi tecnici per ottenere le garanzie pubbliche (Gacs) sulla tranche senior degli Npl da cartolarizzare, ha spiegato una fonte vicina alle trattative, verrà costruito un prestito insieme ad un pool di banche per colmare il gap causato dalla smobilizzo degli Npl. A curarlo dovrebbero essere le stesse banche che stanno definendo il contratto di pre-garanzia dell’operazione. In pista, secondo quanto appreso, oltre a Jpm e Mediobanca (global coordinators dell’operazione), ci sono altre 4 banche d’affari (Bofa Merrill Lynch, Credit Suisse, Citi e Goldman Sachs) e in una fase successiva potrebbero chiamare altri istituti ad agire come joint bookrunners.

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