ATAC, rischio crac a fine mese

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-08-13

Via libera agli stipendi di agosto, ma i debiti crescono. Le ipotesi: concordato preventivo o prestito-ponte con garanzia del Comune

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L’ATAC è a rischio crac. La municipalizzata, sommersa da 1.385 milioni di debiti, potrebbe avere presto seri problemi di liquidità: ad agosto i problemi superabili ma a settembre l’azienda rischia lo stop. Perché i soldi per pagare gli stipendi ci sono, a settembre la fine della sospensione feriale rimetterà in moto tutte le procedure di riscossione forzosa e pignoramento che mettono a rischio la stessa sopravvivenza dell’azienda del trasporto pubblico romano.

ATAC, rischio crac a fine mese

Per questo, spiega oggi Repubblica Roma, il management sta lavorando a due ipotesi: il concordato preventivo già proposto da Bruno Rota senza successo o un prestito ponte che permetta all’azienda di avere la liquidità necessaria per il proseguimento del servizio:

Con gli incassi dei biglietti venduti, attualmente unica fonte di introito, l’azienda deve decidere se corrispondere la legittima retribuzione ai suoi quasi 12mila dipendenti o ordinare i pezzi di ricambio per far viaggiare i mezzi sempre più vecchi e malandati. Perché entrambe le cose non è possibile fare. I fornitori vogliono essere pagati subito e cash. Per questo in azienda si sta tentando ogni strada per poter contare su una liquidità che non esiste. Ora le speranze sono appese alle proposte che presenterà a breve l’advisor legale Carlo Felice Giampaolino, esperto in ristrutturazioni aziendali e negoziazioni di accordi sul debito, la figura che dovrà traghettare l’azienda verso il risanamento.

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I conti di ATAC (Il Messaggero, 13 agosto 2017)

Il suo nome è stato scelto tra la rosa dei candidati che hanno risposto alla selezione di evidenza pubblica predisposta e lanciata il 18 luglio dall’ex dg Bruno Rota, che si è chiusa il 28 luglio. Spetterà a Giampaolino individuare la formula più idonea per portare la società fuori dall’emergenza. All’esame c’è un ventaglio di soluzioni: non solo il concordato preventivo, ma anche quella di un prestito ponte e di un accordo di ristrutturazione sotto il controllo del tribunale. Sullo sfondo, e non di poco conto, un bilancio ancora da approvare, che doveva essere ratificato entro il 30 giugno.

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