L’ATAC processa il dipendente che segnala la manutenzione malfatta

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-05

Un lavoratore segnala all’ad Simioni che due lastre di marmo appena sostituite sono già rotte. L’ATAC apre un procedimento disciplinare nei suoi confronti

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Il Messaggero racconta oggi una storia che fornisce l’esatta dimensione del ridicolo in cui si crogiola ATAC che oltre a garantire un servizio da terzo mondo ai cittadini romani che la pagano con tasse e biglietti,

I fatti risalgono allo scorso 9 febbraio. Nel corso di alcuni lavori di manutenzione all’interno della stazione Colosseo emergono grossolane anomalie. Alcuni operai hanno sostituito delle lastre di marmo danneggiate, che costituiscono la pavimentazione, calpestata quotidianamente da migliaia di persone fra ingressi e uscita. Poche ore dopo, due delle pietre sono già spaccate.

L’operatore di stazione segnala l’anomalia, seguendo la procedura interna prevista dalla direzione centrale manutenzione. Ma sono giorni caldi per Atac. La procura indaga sull’incidente alle scale mobili della stazione Repubblica dello scorso ottobre (poi le indagini si allargheranno anche a quelle di Barberini per il reato di frode alle pubbliche forniture). Negli occhi di tutti ci sono ancora le immagini dei tifosi del Cska Mosca feriti dopo il crollo della scala.

E qui arriva il dramma. Perché il dipendente, memore forse di qualche esperienza passata, decide di inoltrare la mail che segnala la presenza di due lastre di marmo appena messe e già rotte anche all’ad Paolo Simioni:

L’operatore segnala la presenza di quelle due lastre di marmo, appena messe e già rotte, anche all’adPaolo Simioni, suggerendo l’adozione di un materiale diverso: «Oltre a essere pericolose non garantiscono nulla in quanto a durata». Crede di aver fatto il proprio dovere. A distanza di mesi, però, la scorsa settimana viene convocato dall’azienda: deve fornire giustificazioni per quella mail inviata con l’account riservato al personale di stazione.

La contestazione è «violazione del codice etico», un vero e proprio dogma in Atac che non ammette infrazioni: «In nessun modo la convinzione di agire nell’interesse o a vantaggio della società – recita una delle regole infrante – può giustificare l’adozione di comportamenti in contrasto con i principi indicati nel presente codice o contrari alla legge».

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