Perché il ritiro del lotto Astrazeneca deve dare fiducia sui vaccini: cosa dicono gli esperti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-12

“A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti Covid-19, Aifa ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto”: i controlli che si stanno effettuando dimostrano che non bisogna cadere nel panico. La vaccinazione è sicura, il sequestro è “cautelativo” e serve proprio per “procedere alle opportune analisi cliniche per confutare la pericolosità del farmaco”

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“A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti Covid-19, Aifa ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’Ema, Agenzia del farmaco europea”: così Aifa ha annunciato il blocco di un lotto di vaccino Astrazeneca in Italia, dopo la sospensione in Danimarca, Norvegia e Islanda in seguito a segnalazioni su un altro lotto. Ma i controlli che si stanno effettuando dimostrano che non bisogna cadere nel panico. La vaccinazione è sicura.

Perché il ritiro del lotto Astrazeneca deve dare fiducia sui vaccini: la risposta di Aifa

Come spiegavamo ieri il lotto ritirato in Italia non è quello finito agli onori delle cronache ieri mattina, dopo la decisione della Danimarca di interrompere la somministrazione dei vaccini Astrazeneca. Il lotto contestato, infatti, è quello che riporta il codice alfanumerico ABV5300. Si tratta di un milioni di dosi (circa) distribuite a 17 Paesi dell’Unione Europea: Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia. E, dopo le segnalazioni, sono stati avviati ulteriori approfondimenti. Cosa sappiamo al momento? Partiamo dalla risposta di Astrazeneca: l’azienda farmaceutica sottolinea che gli eventi avversi di embolia polmonare o trombosi tra i vaccinati sono numericamente inferiori a quelli osservati nella popolazione generale:

“A seguito della recente segnalazione di alcuni eventi avversi gravi segnalati in concomitanza temporale con la somministrazione del vaccino AstraZeneca contro Covid-19, l’Azienda sta collaborando con le Autorità sanitarie e regolatorie che stanno procedendo agli accertamenti necessari”, spiega AstraZeneca, precisando che “da un’analisi dei nostri dati di sicurezza su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro Covid-19”.

“Il numero di questi eventi osservati è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale. AstraZeneca intende inoltre precisare che dagli accertamenti di qualità internamente effettuati, non si sono evidenziati aspetti che possano avere avuto un impatto sulla qualità, sicurezza, efficacia del lotto in questione e di questo sono state prontamente informate le Autorità competenti”.

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Anche Aifa, per bocca del direttore dell’agenzia del farmaco Nicola Magrini rassicura: : “Dobbiamo continuare a credere nel valore di questi vaccini, il rapporto fra il beneficio e il rischio resta favorevole. Bisogna considerare questi eventi con molta tranquillità e credere nella validità della campagna di profilassi. Il preparato di AstraZeneca è capace di prevenire la malattia e gli effetti gravi”. Basti pensare che nel Regno Unito sono state somministrate oltre 10 milioni di dosi di vaccino Astrazeneca, mentre i decessi totali avvenuti nel corso della campagna vaccinale, anche con Pfizer e Moderna, non erano correlati alla vaccinazione, come spiega il Corriere:

Il lotto italiano cui appartengono le dosi sospettate di reazioni avverse gravi (identificato col numero ABV2856) è stato «bloccato in via precauzionale» e non ci sono elementi per ritenere al momento che l’inoculazione possa aver provocato un effetto «che non è mai stato segnalato nonostante nel mondo siano state inoculate diversi miliondi dosi, più di 10 solo nel Regno Unito». Finora, ha detto Magrini, i 40 decessi avvenuti nel corso della campagna portata avanti oltre che con dosi AstraZeneca, soprattutto con Pfizer e Moderna, «sono stati attentamente esaminati. Non erano correlati alle inoculazioni»

Anche l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, spiega a Tg2Post: “Oggi più ancora che i vaccini, che sono arrivati con il contagocce, è importante il messaggio che deve arrivare ai cittadini: la consapevolezza che la vaccinazione è sicura e che è importante vaccinarsi. Non c’è bisogno di avere preoccupazioni. Se passa il principio che possa esservi una qualche correlazione tra il vaccino e le morti rischieremmo di fare tanti favori ai no vax. E non è quello di cui abbiamo bisogno”. In Sicilia sono state aperte tre inchieste, racconta Repubblica, ma sottolineano gli inquirenti, non ci sono evidenze di alcuna correlazione:

Il caso più delicato è ad Augusta, dove un sottoufficiale della Marina militare, Stefano Paternò, 43 anni, è morto 15 ore dopo aver fatto il vaccino. Dopo aver ricevuto la dose alle 10 del mattino, come raccontato dai familiari, ha avuto febbre alta e convulsioni e nella notte lo ha ucciso un arresto cardiaco: l’autopsia stabilirà se c’erano problemi preesistenti, soprattutto a livello cardiaco. Per il suo medico curante, Paternò «non era cardiopatico ed era un soggetto sano». A Trapani si indaga invece sulla morte di Giuseppe Maniscalco, 54 anni, stroncato da un infarto 48 ore dopo il vaccino. «Al momento — spiegano gli inquirenti — non ci sono evidenze per mettere in relazione le due situazioni»

E mentre la Germania non sospende, come l’Australia, il vaccino Astrazeneca perché non ci sono prove “che la vaccinazione abbia causato queste malattie”, come ha dichiarato il Paul Ehrlich institut (Pei), l’organismo governativo tedesco che si occupa della sicurezza e dell’approvazione dei farmaci dopo la segnalazione di casi di trombosi in Europa, bisogna ricordare che il sequestro del lotto dai parte dei NAS è “cautelativo”. Ovvero dovremmo sentirci rassicurati: ancora prima di qualsiasi accertamento viene evitata la somministrazione di dosi del lotto ABV2856. “L’attività di sequestro, iniziata ieri pomeriggio, per la quale allo stato non vi è alcuna correlazione diretta con i casi di decesso segnalati, viene svolta in via cautelativa al fine di procedere alle opportune analisi cliniche per confutare la pericolosità del farmaco”.

Perché il ritiro del lotto Astrazeneca deve dare fiducia sui vaccini: cosa dicono gli esperti

Ma cosa ne pensano gli esperti, gli scienziati che hanno titolo per parlare di quello che è successo? Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano, in un’intervista a ‘La Repubblica’ cerca di fare chiarezza su alcuni eventi gravi segnalati in concomitanza della somministrazione del vaccino AstraZeneca. Lo scienziato ritiene giusti i controlli avviati e le misure adottate in via precauzionale dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa, ma invita i cittadini a non perdere fiducia nella profilassi contro il coronavirus pandemico. “Sono sicuro che tutti i controlli necessari verranno effettuati nei prossimi giorni – spiega – Si fermeranno le somministrazioni del lotto sotto esame. Una commissione studierà le condizioni di salute delle persone colpite dagli eventi avversi. Verranno sottoposte a esami approfonditi anche le fiale dei lotti bloccati. Poi saremo in grado di capire meglio se c’è un legame fra i casi di trombosi e le vaccinazioni. I controlli si faranno a livello nazionale, ma dialogando con l’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali”. Ma dobbiamo preoccuparci? “È giusto fare tutti i controlli – ribadisce Garattini – ma credo che alla fine troveremo che i vaccini non sono collegati ai casi di trombosi. Finora abbiamo somministrato decine di milioni di dosi e non ci sono stati gravi effetti collaterali. Non più di quelli degli altri vaccini. Anche durante le sperimentazioni AstraZeneca aveva registrato un sospetto evento avverso, un caso di mielite. Ma poi si era capito che quel disturbo non dipendeva dal vaccino”, anche se “ci vuole più trasparenza in queste materie – avverte il farmacologo – altrimenti si genera sfiducia tra la gente. Oggi mi sarei aspettato un comunicato ufficiale delle nostre autorità sanitarie per spiegare quali e quanti sono i casi sospetti e che tipo di controlli saranno messi in opera. Invece non ho sentito nulla del genere. E non è la prima volta”.

video crisanti vaccino covid

 

Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, su Videolina ha spiegato di  essere molto scettico su un’eventuale correlazione tra decessi e vaccino: “Francamente credo molto poco. Ovviamente c’è necessità di fare le doverose indagini in proposito, ma temo proprio che sia una clamorosa bufala e che questa cosa farà molto danno senza che ce ne sia molto motivo purtroppo”. Anche il professor Andrea Crisanti rassicura: proprio lui che qualche mese fa era finito nella polemica per aver affermato che ci volevano più dati per poter dire che il vaccino fosse sicuro oggi è assolutamente certo di Astrazeneca: “Io ho fatto il vaccino Pfizer, ma oggi mi farei AstraZeneca se fosse l’unico vaccino a disposizione”, ha spiegato a Piazzapulita: “Non ci sono dati che dimostrino che questo vaccino provoca complicazioni gravi. L’Inghilterra ha vaccinato 10 milioni di persone con AstraZeneca”. E gli fa eco Pierluigi Lopalco che sottolinea come il ritiro del lotto Astrazeneca deve rassicurare e non intimorire:  “Dobbiamo avere fiducia nella vaccinazione, questo è un segnale di sicurezza. Adesso dobbiamo indagare se questo segnale non sia anche un evento avverso reale. Bisogna capire, che rispetto a quello che sappiamo, vaccinarsi è più sicuro di andare in giro e prendersi il Covid”

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