Fatti
L’Aifa ha vietato l’uso di un lotto di vaccini Astrazeneca
di Enzo Boldi
Pubblicato il 2021-03-11
Ecco cosa sappiamo, ad oggi, dello stop da parte dell’Agenzia del farmaco. e perché non ha senso farsi prendere dal panico
Le verifiche in corso non sono terreno fertile per i No Vax. Anzi, sono la conferma di come l’Aifa, con un controllo mirato e repentino sui prodotti acquisiti per la campagna di vaccinazione anti-Covid, sia attenta a tutte le segnalazione che arrivano da tutto il Paese. La notizia del divieto di utilizzo di un lotto di vaccini Astrazeneca è la classica cartina di tornasole che può essere strumentalizzata, ma solamente dalle persone che non hanno interesse nell’approfondire la vicenda. Proviamo, dunque, a far luce su quanto sta accadendo in queste ore.
Vaccini Astrazeneca, perché l’Aifa ha ritirato un lotto?
Per comprendere meglio questa vicenda, leggiamo il comunicato stampa diffuso dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti Covid-19, Aifa ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’Ema, Agenzia del farmaco europea. Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi.
AIFA sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i NAS e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità.
AIFA comunicherà tempestivamente qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile.
E ora analizziamo le parole dell’Aifa. Il lotto indicato non è quello finito agli onori delle cronache questa mattina, dopo la decisione della Danimarca di interrompere la somministrazione dei vaccini Astrazeneca. Il lotto contestato, infatti, è quello che riporta il codice alfanumerico ABV5300. Si tratta di un milioni di dosi (circa) distribuite a 17 Paesi dell’Unione Europea: Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia. E, dopo le segnalazioni, sono stati avviati ulteriori approfondimenti.
La mossa dell’Aifa e la campagna vaccinale in sicurezza
E l’Italia che fa? Come gli altri Paesi Europei (compresa la Danimarca e l’Austria, diventate il parafulmine della situazione nelle ultime settimane), controlla, verifica e prende decisioni. Come l’ultima dell’Aifa che ora vuole verificare e analizzare la situazione su quel lotto di vaccini Astrazeneca. E nulla c’entrano i casi – poi rivelatisi bolle di sapone – dei decessi dell’insegnante di Napoli, Annamaria Mantile, e del militare Stefano Paternò. La correlazione tra queste due morti e l’iniezione con la prima dose di Astrazeneca è stata smentita dalle analisi.
Insomma, questi controlli dovrebbero far star tranquilla la narrazione della propaganda No Vax: i controlli ci sono e sono anche capillari. L’Aifa, come ente controllante, è al lavoro – quotidianamente – per verificare tutto quel che avviene in tutta Italia.
(foto: ipp/clemente marmorino)