E adesso cosa accadrà alle dosi di Astrazeneca in arrivo nei prossimi mesi?

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-06-11

Si parla di circa 9,5 milioni di dosi in arrivo entro il mese di settembre. I dati statistici dicono che non tutte potranno essere utilizzate. Il generale Figliuolo ha indicato le prossime mosse

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L’anno prossimo non saranno più utilizzati i vaccini a carica virale (adenovirus disattivato) anti-Covid. Lo aveva annunciato la Commissione Europea non esercitando l’opzione di rinnovo del contratto con Astrazeneca (stessa sorte per quello di Johnson&Johnson). Oggi l’Italia ha deciso di restringere il range di applicazione del prodotto anglo-svedese, limitandolo solamente ai cittadini di età uguale o superiore ai 60 anni. In arrivo, però, ci sono ancora moltissime dosi. Che se ne farà?

Astrazeneca, cosa accadrà alle dosi in arrivo nei prossimi mesi?

A dare un quadro futuro e futuribile della situazione è stato il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, nel corso della conferenza stampa congiunta con il Ministro della Salute Roberto Speranza e i due rappresentanti del Comitato Tecnico-Scientifico (Locatelli e Brusaferro). “Da qui a settembre attendiamo circa 9 milioni e mezzo di dosi di vaccino Astrazeneca. Un numero che porta la cifra totale (quindi considerando quelli già arrivati e distribuiti alle Regioni, ndr) a circa 15 milioni.

Numeri che sono superiori – viste le nuove definizioni anagrafiche decise “perentoriamente” (citando le parole utilizzate da Speranza) dopo questo confronto nel Comitato Tecnico-Scientifico – all’eventuale domanda. I calcoli matematici sono presto fatti: «Se tutti gli over 60 che ancora non si sono vaccinati decideranno di immunizzarsi, considerando anche i richiami,  in teoria riusciremo a utilizzare tutte le dosi a disposizione».

Purtroppo, però, quanto accaduto – prima a marzo, poi oggi – potrebbe provocare un allontanamento di queste persone dalla campagna vaccinale. Un fattore imponderabile, ma forse inevitabile. Quindi l’ottimismo del generale Figliulo potrebbe infrangersi contro il muro della diffidenza. E quindi cosa accadrà a quelle dosi avanzate? “Se dovessero rimanere – ha concluso il generale Figliuolo – saranno utilmente impiegati per il piano COVAX (il piano di solidarietà per l’accesso alla campagna vaccinale anche nei Paesi poveri), ovviamente seguendo le prescrizioni sanitarie che sono previste in quei Paesi”.

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