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Gli ex alpini vanno in gita e provocano un focolaio con 16 contagiati a Asti

neXtQuotidiano 29/09/2020

Una persona in rianimazione e 16 contagiati fino a questo momento: è il bilancio del focolaio di Coronavirus che ha colpito Asti. Tutto per una gita per festeggiare i 100 anni di un ex alpino. Anche se i raduni ufficiali degli alpini a causa della pandemia erano stati cancellati

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Una persona in rianimazione e 16 contagiati fino a questo momento: è il bilancio del focolaio di Coronavirus che ha colpito Asti. Tutto per una gita per festeggiare i 100 anni di un ex alpino. Anche se i raduni ufficiali degli alpini a causa della pandemia erano stati cancellati

Gli ex alpini vanno in gita e provocano un focolaio con 16 contagiati a Asti

Quando il contagio era ancora circoscritto a 9 positivi il sindaco Maurizio Rasero, in un video su Facebook spiegava: “Nove casi positivi in un giorno non li vedevamo da mesi il trend torna a salire, diversamente dalle scorse settimane, ma ad oggi non c’è da preoccuparsi”. Tutto è iniziato con due gite: la prima l’8 settembre a Oulx per festeggiare i 100 anni di un alpino, un’altra nel fine settimana del 19 e 20 settembre a Caorle. Spiega Repubblica Torino:

Nonostante siano stati cancellati i raduni ufficiali degli alpini a causa della pandemia, il gruppo delle “penne nere” di Asti non è stato fermo e ha organizzato un’uscita dietro l’altra nelle ultime settimane. Senza immaginare, tuttavia, che c’era una persona positiva in mezzo alla comitiva. Ha avuto origine così il nuovo focolaio che ha colpito l’Astigiano, che al momento conta 16 persone positive al Covid-19, tra cui una in rianimazione. Era già capitato qualcosa di simile a febbraio, quando un gran numero di anziani era andato in Liguria, principalmente ad Alassio, per una vacanza organizzata ed erano tornati infetti, dopo essere stati a contatto con turisti lombardi. Ora invece sono state le gite degli alpini a provocare il picco di contagi «fino a nove in un giorno — dice il sindaco di Asti, Maurizio Rasero — Non si vedeva da tempo un numero così alto».

Il focolaio degli ex alpini ormai si è esteso anche a una scuola media. Il sindaco spiegava: “Fra i contagiati c’è anche una insegnante di sostegno: sono stati contattati e analizzati i contatti avuti dalla donna con le persone dell’istituto astigiano e siamo in attesa dei referti”. Si tratta della figlia di uno degli alpini in gita. E un altro insegnante è risultato positivo.

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Non è stato semplice per i medici stessi capire che erano state le due gite con gli alpini il filo che lega i soggetti del nuovo cluster dell’Astigiano. Diverse persone, infatti, si sono presentate a fare il tampone ma non hanno individuato il pullman di gitanti come possibile luogo di contagio. Secondo quanto ricostruito dall’Asl probabilmente c’era già un asintomatico nella prima gita a Oulx, l’8 settembre, quando una trentina di “penne nere” sono andate a festeggiare un vecchio alpino, padre di un loro iscritto, che compiva 100 anni. Hanno fatto pranzo tutti assieme in un ristorante del paese valsusino e si sono sparpagliati in giro per le strade della città prima di fare ritorno. Poi, neanche due settimane dopo, più o meno le stesse persone hanno preso a noleggio un pullman per andare in Veneto, a Caorle, dove hanno trascorso l’intero fine settimana. Aumentando ancora di più le occasioni di contagio.

Ieri in Piemonte i nuovi casi di Covid-19 erano 94. Giovanni Messori Ioli, commissario dell’Asl di Asti, commenta l’imprudenza degli ex alpini con Repubblica Torino: “Le persone devono sapere che chi non rispetta queste regole viene scoperto ed evidenziato dai mass media. Spiace che ci siamo ritrovati in questa situazione proprio con una delle associazioni con cui nel periodo di picco della pandemia si è lavorato tanto per gestire l’emergenza. Mi aspetto che almeno da questi soggetti ci sia più coerenza nei comportamenti».

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