Il gesto dell’assessora di Milano Gaia Romani che sostituisce la targa declinata al maschile

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-12-03

Gaia Romani, assessora ai Servizi Civili e Generali del Comune di Milano, ha fatto sostituire la targa con scritto “assessore”, declinato al maschile, sulla porta del suo ufficio

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L’assessora ai Servizi Civili e Generali di Milano Gaia Romani ha portato a un nuovo livello la battaglia linguistica tra chi sostiene che le cariche amministrative debbano restare al maschile anche se ricoperte da donne e chi è favorevole alla declinazione di genere. “Il cambiamento parte dalle piccole azioni”, ha detto Romani, che ha sostituito la targa con su scritto “assessore” con una con scritto “assessora” fuori dalla porta del suo ufficio: “È un messaggio a cui tengo molto e quindi eccoci qui, pezzo per pezzo”. Un gesto che, ovviamente, ha spaccato l’opinione pubblica. Sentita da Fanpage, ha dichiarato: “Mi aspettavo critiche, ma devo dire che sono molto più sorpresa dal sostegno che sto ricevendo. La battaglia linguistica non viene mai colta come una priorità, io invece credo sia il punto di partenza per un reale processo di inclusione”.

Le critiche al gesto dell’assessora Gaia Romani

Tra le persone che si sono complimentate con lei anche Laura Boldrini, che per anni è stata il volto più in vista di questa battaglia: “Brava Gaia – ha dichiarato –  il linguaggio è sostanza”. Qualche “bacchettone” le ha fatto notare che “nel dizionario della lingua italiana, il maschile vale anche per il femminile. I termini Assessora, Ministra, etc. Sono grammaticalmente scorretti. La sostanza non risiede in queste sciocchezze. Questi sono divenuti dei vezzi”. “Si tratta di un’azione corretta dal punto di vista grammaticale – ha replicato Romani – che smonta lo schema di una società in cui a ricoprire certi ruoli erano soltanto gli uomini. E se c’è ancora qualcuno che mi prende in giro per questo significa che sono sulla strada giusta”. Tra i commenti più squallidi ricevuti dall’assessore c’è il classico “allora io sono un elettricistO”, o il solito “non esageriamo con questi cambiamenti divisivi e inutili”, fino al catastrofista “state sventrando la lingua italiana”.

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