Assegni non trasferibili, niente sanatoria per le multe

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-21

Il governo non fa passare la sanatoria. E i cittadini chiedono l’annullamento delle sanzioni

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I tecnici del ministero dell’Economia e di Palazzo Chigi non sono ancora riusciti a trovare una soluzione alla querelle delle maxi multe applicate agli assegni superiori a mille euro emessi senza la scritta “Non trasferibile”. Negli scorsi giorni, racconta oggi Il Fatto Quotidiano, il Consiglio dei ministri non ha incluso nel decreto legislativo sull’accesso ai dati antiriciclaggio anche le norme che avrebbero dovuto ridurre sanzioni e oblazioni per chi emette e chi porta all’incasso i vecchi libretti che non riportano la clausola.

Dal 4 luglio 2017, per inasprire la legge sulla lotta contro il riciclaggio, chi emette e chi riceve un assegno senza la dicitura non trasferibile rischia di pagare dai 3mila ai 50mila euro, un vero eproprio massacro,con la concessione del pagamento in forma ridotta (tecnicamente si chiama oblazione) se si sborsano 6mila euro entro 60 giorni dalla notifica della contestazione. Mentre, prima della nota del fisco, la sanzione era proporzionale dall’1% al 40% con oblazione al 2%.

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Ora la palla passa al nuovo governo e al Parlamento:

Spetterà a loro decidere se e come procedere sulla strada della riscrittura delle sanzioni applicate a casi ben lontani da ipotesi di riciclaggio. E su cui l’istruttoria della Ragioneria e del Mef è stata completata (la norma era bollinata e aveva adeguate coperture). Per migliaia di persone resta, quindi, in stallo una situazione che li vede, loro malgrado, equiparati ai peggiori delinquenti o evasori fiscali, nonostante Abi, Bankitalia e Mef sappiano che nella gran parte dei casi non si tratta di antiriciclaggio (c’è chi con gli assegni ha saldato il pranzo del matrimonio, la parcella del notaio per l’acquisto di casa o il funerale di un parente caro). Ma anche l’ipotesi più accreditata che sarebbe arrivata sul tavolo del Consiglio dei ministri – una multa non superiore a un decimo dell’importo trasferito per gli importi più bassi –comunque non avrebbe soddisfatto i poveri malcapitati.

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