Fatti
La guerra nel PD contro la candidatura di Ascani e Giachetti
neXtQuotidiano 15/12/2018
Corallo e Boccia annunciano il ricorso alla commissione di garanzia perché le firme non sono abbastanza
Mentre la candidatura di Anna Ascani e Roberto Giachetti miete vittime tra la base renziana e i vertici della corrente che fa capo all’ex presidente del Consiglio e segretario del partito, Francesco Boccia e Dario Corallo annunciano un ricorso alla commissione di garanzia.
La guerra nel PD contro la candidatura di Ascani e Giachetti
Il loro obiettivo è proprio la candidatura in tandem che rappresenta la rabbia dei renziani duri e puri. E tutto parte da Umberto Marroni, il componente della commissione Garanzia del Pd che ha votato contro al termine della seduta per la formalizzazione delle candidature alle primarie del Pd: “La Commissione congresso ci ha segnalato, dopo la verifica finale, che Giachetti ha presentato, alla scadenza della proroga che gli era stata concessa, 1408 firme reali e 160 in forma ‘elettronica’ -spiega Marroni-. A fronte di ciò ho sollevato il tema, perché 1408 firme non sono sufficienti, per Statuto ne servono da 1500 a 2000. Io ho solo chiesto di verbalizzare questa anomalia”. Marroni, tra l’altro, spiega: “Anche la concessione dell”extra time’ per le firme è discutibile perchè è stata concessa lo stesso giorno in cui era scaduto il primo temine. Quindi, di fatto, c’è stata una disparità di trattamento tra candidati. Ma, al netto di ciò, il punto è che le firme devono essere reali. Neanche a Miss Italia si accettano firme non reali”. Adesso, spiega sempre il membro della Commissione garanzia, a norma di regolamento “ci sono 24 ore di tempo per eventuali ricorsi alla commissione Congresso e, nel caso, scatta la procedura prevista per i ricorsi. Ma, ripeto, le mie non sono valutazioni politiche ma solo statutarie. Non so se ci saranno ricorsi o no”.
I rilievi di Marroni vengono fatti propri da Corallo e Boccia: il primo annuncia un ricorso. Probabilmente il nostro ricorso non sarà accolto dato che la commissione chiamata a giudicare è la stessa che ha deliberato per la loro ammissione, ma finalmente sarà sancito un fatto evidente a tutti e, però, sempre negato: in questo Partito alcuni sono più uguali di altri. – spiega Corallo – E allora questo ricorso lo abbiamo fatto per tenere fede a quello che da anni ci diciamo tra di noi, nelle sedi di partito e nelle riunioni della giovanile: se qualcuno sbaglia non può restare impunito; se si vogliono cambiare le cose si deve innanzitutto dare l’esempio”.