Le imbarazzanti scuse del giovane pilota russo che ha fatto il saluto nazista sul podio | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-12

Il classico caso della “pezza peggiore del buco”: Artyom Severyukhin ha provato a spiegare quel suo gesto in un video pubblicato sui social

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A 15 anni si compiono errori di immaturità che si pagano a caro prezzo. Come accaduto a Artyom Severyukhin, il giovanissimo pilota russo che si è reso protagonista di un gesto, un saluto nazista, mentre stava festeggiando sul podio la sua vittoria in una gara di karting (valida per l’Europeo di specialità) sulla pista portoghese di Portimão. Un gesto sbagliato da parte di chi, probabilmente (o almeno questa è la speranza) non è a conoscenza degli orrori del nazismo e che ha pagato con il licenziamento. E ora sono arrivate le scuse e le spiegazioni che, però, sono molto imbarazzanti.

Artyom Severyukhin, le imbarazzanti scuse del pilota russo

Nel video pubblicato sui social, Artyom Severyukhin spiega di aver fatto quel gesto senza conoscerne la storia. Anzi, dice che la “colpa” è di alcune persone – italiani, visto che lui ha la licenza italiana che gli consente di gareggiare nonostante lo stop agli atleti russi per via della guerra in Ucraina – sotto il podio che, secondo la sua versione, gli hanno raccontato un’altra storia:

“Mi voglio scusare con tutti per quanto successo ieri sul podio ho fatto un gesto che molti hanno percepito come un saluto nazista. Non è vero. Non ho mai supportato il nazismo e lo considero uno dei peggiori crimini dell’umanità. Gareggiavo sotto licenza italiana, con la bandiera italiana. I ragazzi di fronte al podio mi hanno fatto vedere che in Italia è costume colpirsi sul petto mostrando la mano. Volevo solo fare il gesto e non so spiegare come sia nato. So di essere colpevole e so di essere stato sciocco e sono pronto ad essere punito, ma per favore credete al fatto che non c’era intenzione nelle mie azioni. Non c’era supporto verso il nazismo o il razzismo. Non c’era il desiderio di offendere spettatori, tifosi, atleti, la squadra né chi stava guardando l’evento. Scusatemi”.

Scuse che sono arrivate, dunque, dopo il licenziamento. Sta di fatto che in Italia non si festeggia battendosi il petto prima di tendere la mano verso l’alto. Quello è e resta un tipico gesto nazista.

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