Politica

Arturo Artom nel Ferragosto in yacht di Beppe Grillo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-08-18

L’imprenditore di Confapi e amico di Casaleggio ritratto dal Fatto Quotidiano come ospite comune nelle vacanze del comico. I precedenti con Casaleggio

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Il Fatto Quotidiano torna oggi sul ferragosto in yacht di Beppe Grillo, ricordando che tra i nomi presenti sulla barca, oltre al sindaco PD Giorgio Gori e l’ad di Mondadori Ernesto Mauri, compariva anche una vecchia conoscenza del grillismo e del giornale di Travaglio. Ovvero Arturo Artom, ritratto in altri tempi in termini non esattamente lusinghieri dal quotidiano, che anche oggi non ci va con la mano leggera:

Arturo Artom riesce a tornare sui giornali. Il Ferragosto di Beppe Grillo a Porto Cervo,a bordo del lussuoso yacht di Enrico De Marco, il re della similpelle italiana, lo ha rimesso al centro diquella cheun ottimista chiamerebbe l’in for ma zio ne politica italiana. DEL RESTO, quale migliore occasione per raggranellare un briciolo di notorietà del racconto dettagliato della partecipazione del fondatore del Movimento 5 Stelle ad un party esclusivo in Costa Smeralda tra imprenditori, vip e presenzialisti di professione?
Un report talmente dettagliato al quale non mancava nemmeno il menù servito agli ospiti del panfilo, tra ostriche, carpaccio di pesce spada e mojito, come riporta Dagospia. Se volete sapere tutto, dovete chiedere ad Arturo Artom, l’imprenditore torinese che si definisce “papà della liberalizzazione delle telecomunicazioni in Italia”, negli ultimi anni famoso soprattutto per essere al posto giusto al momento giusto, senza alcuna ragione specifica.

arturo artom gianroberto casaleggio

Gianroberto Casaleggio (D) con Arturo Artom durante l’incontro tra gli imprenditori della rete ConfApri e il Movimento 5 Stelle, Torino,15 aprile 2013. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO


Il Fatto ne ricorda anche alcune imprese e l’amicizia con Beppe Grillo e con Casaleggio:

La sua è attività di relazione è bipartisan. Durante la campagna elettorale 2013 ha organizzato alcuni incontri tra Gianroberto Casaleggio, il guru dei 5 Stelle, e una serie di imprenditori. Salvo poi candidare la sua lista “R inascimento italiano ”in apparentamento con il Pdl di Silvio Berlusconi. ORA INVECE, nel la calda estate che precede il voto sul referendum costituzionale, eccolo prodigarsi nel racconto del ferragosto “grillino” a tutte le agenzie di stampa che lo contattano.
A differenza del riserbo mantenuto da altri partecipanti alla festa, come l’ad di Mondadori Ernesto Mauri. “Per me è stata una sorpresa, non sapevo che Beppe sarebbe venuto”, spiega anche al Fatto.“Ammetto, Grillo l’avevo visto solo qualche volta prosegue – l’ultima al funerale di Casaleggio. Il mio rapporto era con Gianroberto, lo abbiamo ricordato con com mozio ne, peccato non abbia potuto assistere ai successi del Movimento a Roma e Torino”.

Le vicende che coinvolgevano Casaleggio e Artom erano tornate improvvisamente d’attualità all’inizio d agosto, quando un articolo di Jacopo Iacoboni sulla Stampa aveva fatto arrabbiare Davide, il figlio di Gianroberto: era infatti Artom uno degli animatori del Think Tank Group, a cui lo stesso Casaleggio insieme a Davide Borrelli e Vito Crimi aveva aderito, salvo ritirare l’adesione:

Negli anni a cavallo tra il 2012 e 2013 Gianroberto Casaleggio, in parallelo con la costruzione del Movimento cinque stelle – le avvisaglie del «boom», che in tanti non avevano sentito, c’erano già state nelle amministrative del 2012, e ovviamente in tutto l’autunno e inverno dello Tsunami Tour – fondò assieme ad alcuni suoi amici un network parallelo al Movimento, chiamato Think Tank Group. C’erano fin dalla fondazione alcuni imprenditori, professionisti, e in seguito anche parlamentari del M5S di strettissima fiducia della Casaleggio (David Borrelli, che oggi è europarlamentare e è forse l’uomo più fidato di Davide Casaleggio, e Vito Crimi) e della Lega. Ma soprattutto, assieme a Casaleggio e a Grillo – i cui nomi in un secondo momento furono tolti dalla schermata del Think Tank Group – fondatore del gruppo fu Antonio Bertolotto, presidente della Marcopolo engineering. Marcopolo è l’azienda leader italiana di rigassificatori, anche se ha chiesto da poco il concordato preventivo.
Si occupa da trent’anni della «messa in sicurezza della discarica attraverso la captazione, la depurazione e distruzione del biogas che viene valorizzato come combustibile per produrre energia verde». Possiede più di quaranta impianti, e alcuni anche nell’area di Roma. In particolare ad Albano. In pratica Bertolotto ha lanciato il business (pionieristico, trent’anni fa) degli impianti che trasformano in biogas i gas delle discariche e del processo di compostaggio dei rifiuti. Un’azienda green, cos’ha a che fare con Manlio Cerroni? Ad Albano la Marcopolo ha, in modo del tutto legittimo, operato in stretta partnership con la Pontina Ambiente, assieme alla Colari una delle società di compostaggio di Cerroni. Cerroni smaltisce i rifiuti, e Bertolotto ci estrae biogas. Il legame era talmente stretto e strutturale che Marcopolo, che ha sede legale in provincia di Cuneo, a Roma risponde al medesimo indirizzo e numero civico (sulla via Ardeatina) e allo stesso numero di telefono dell’azienda di Cerroni.

Davide aveva risposto molto chiaramente sul blog di Grillo:

Quello che scrive Iacoboni è falso. L’iniziativa “Think Thank Group”, traversale e non riferibile al MoVimento 5 Stelle, fu promossa dalla Rete Si Salviamo l’Italia e non da Gianroberto Casaleggio. Tanto che quando erroneamente fu inserito il suo nome venne subito rimosso. A Iacoboni sarebbe stato sufficiente controllare la pagina con i nomi dei suoi fondatori. Perchè non ha verificato le fonti come la deontologia professionale gli impone? Per infangare mio padre ora che non c’è più, non pago di averlo fatto in maniera scomposta pochi giorni prima della sua scomparsa.
Tengo a sottolineare che non solo mio padre non è mai stato “amico storico” dell’imprenditore citato nell’articolo come sostiene mentendo Iacoboni, ma non lo conosceva neppure.
Infine mi chiedo come sia possibile che un direttore come Maurizio Molinari faccia pubblicare una foto di mio padre con qualcuno (Grillo) di spalle lasciando pensare che sia qualcun altro (Cerroni). Forse perchè ora il suo capo, di fatto, è De Benedetti, tessera numero 1 del Pd?

Leggi sull’argomento: Davide Casaleggio contro La Stampa

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