Apollo, Carige e le quattro banche da salvare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-04-03

Il fondo estero che vuole comprare la banca genovese vuole rassicurare Malacalza. E dice di puntare a creare una banca indipendente con la sede mantenuta a Genova e con una funzione “di polo aggregante” che potrebbe guardare anche alle 4 banche in risoluzione

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L’operazione del fondo Apollo su Carige “non è ostile” e mira a risolvere alla base e in un’unica soluzione i problemi della banca genovese sul fronte delle sofferenze, del funding e della liquidità. Alla vigilia del nuovo cda espressione di Vittorio Malacalza, il quale aveva fatto muro alla proposta del fondo, fonti finanziarie descrivono così la proposta di Apollo per rilevare il portafoglio sofferenze e sottoscrivere successivamente un aumento di capitale della banca. Apollo insomma sarebbe intenzionato a trattare. L’operazione di Apollo su Carige punta a creare una banca indipendente con la sede mantenuta a Genova e con una funzione “di polo aggregante” che potrebbe guardare anche alle 4 banche in risoluzione (una o più) che sono in fase di cessione, dicono le stesse fonti all’Ansa: secondo le fonti la proposta di Apollo va nel solco di un rapporto già avviato con Carige nel campo delle assicurazioni. Il fondo ha quindi ogni interesse a sviluppare la banca in una prospettiva non di breve termine e speculativa.

Apollo, Carige e le quattro banche da salvare

Non solo: l’offerta di Apollo su Carige per l’acquisto delle sofferenze e il successivo aumento di capitale per far dell’istituto un polo aggregante, potrebbe essere “la capofila” dell’arrivo sul mercato italiano di fondi esteri che puntano a ottenere dei buoni margini dalla cessione delle sofferenze e in più in generale dalle manovre sul settore, visto che con le nuove norme europee i poteri della vigilanza (Bce e Banca d’Italia) si sono molto rafforzati e i cda sono obbligati a prendere in considerazioni proposte formali e, nel caso queste non vengano accettate, fornire un piano alternativo credibile e fattibile. Non è quindi escluso che altre proposte possano arrivare nelle prossime settimane. Certo i prezzi delle sofferenze, visto che un mercato non è ancora partito, li fa in buona parte il compratore allineandosi a quel 17-18% fissato per i deteriorati delle 4 banche. E anche sulla cessione delle 4 ‘good’ bank’ le proposte potrebbero essere ben al di sotto del 1,8 miliardi del valore attribuito dal Fondo di Risoluzione visti i multipli con i quali vengono valorizzate le banche italiane. Ma vista la situazione degli istituti nazionali alternative concrete, spiegano le fonti, non se ne vedono e un rinvio sine die o addirittura una cancellazione dell’operazione per motivi di difficoltà di mercato dovrebbe fare i conti con la reazione di Bruxelles.

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Gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche (IL Messaggero, 10 febbraio 2016)

Il Fondo statunitense ha presentato un’offerta per l’acquisto del portafoglio crediti in sofferenza della banca e l’ingresso nel capitale sociale con un aumento riservato da 500 milioni che lo porterebbe a controllare più del 50%. L’offerta per ora è stata respinta da Carige e Malacalza. L’offerta vedrebbe il fondo disposto a trattare mettendo sul piatto oltre all’impegno economico di 1,2 miliardi di euro (695 milioni per il portafoglio sofferenze da 3,5 miliardi, più 500 milioni di aumento di capitale) un progetto più complessivo non speculativo che garantirebbe a Carige l’indipendenza e la sede a Genova facendone un polo aggregante in grado di guardare anche alle 4 ‘good bank’ (se non tutte sicuramente due) in corso di cessione. D’altronde Apollo ha già un impegno con Carige nel comparto della banca assicurazione, mira a un intervento non di tipo speculativo e la soluzione, si sottolinea, risolve di un colpo i problemi di funding e liquidità della banca con un’operazione sulle sofferenze mai vista in Italia per dimensioni. Il ramoscello d’ulivo arriva così alla vigilia del nuovo cda espressione di Malacalza che eleggerà Bastianini come amministratore delegato. Malacalza ma anche altri soci hanno giudicato l’offerta di Apollo troppo severa (l’haircut del portafoglio è dell’80%) ricordando come non ci sia solo Apollo e che dalla Bce non c’è un ‘favor’ verso il fondo. Il consiglio, spiegano fonti non riconducibili ad Apollo, dovrà comunque prendere in considerazione la proposta formale e anche se la respingerà in seguito dovrà, secondo le nuove norme di vigilanza, fornire un piano alternativo credibile e fattibile. Le nuove norme previste dalla direttiva Brrd infatti assegnano a Francoforte ampi e intrusivi poteri.

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