AOI: l'assegno ordinario di invalidità e l'INPS

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-08-31

L’Istituto ha controllato chi lo percepiva all’interno dell’Ente: la metà non ne aveva diritto, secondo i medici

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L’AOI è l’assegno ordinario di invalidità per persone con capacità lavorativa ridotta, ovvero un sussidio rivolto a chi soffre di qualche forma di invalidità, ma lavora comunque: riguarda dipendenti pubblici, privati, autonomi, precari o anche dipendenti dello stesso Inps. E proprio qui, a quanto pare, stava l’inghippo che racconta oggi Federico Fubini sul Corriere della Sera: a fine 2016 chi lavorava all’INPS aveva il 17% di probabilità in più di un dipendente di di vedersi riconosciuto l’assegno. Il 2,34% dei dipendenti INPS lo aveva riconosciuto, a differenza del “normale” 2% della media italiana. Questo perché, forse, il diritto al sussidio viene deliberato dopo una visita dei medici dell’INPS della stessa provincia del lavoratore interessato.

In sostanza, se siete dipendenti dell’istituto, il certificato lo rilasciavano i vostri colleghi di ufficio, i compagni di una vita, quelli che magari negli ultimi vent’anni hanno passato con voi più tempo delle vostre stesse mogli. Il rischio di produrre una versione molto italiana dell’istinto di favorire sé stessi e i propri simili, come a Wall Street, era evidente. Forse da qui viene quel 17% in più di incidenza del sussidio in seno all’Inps?

assegno ordinario di invalidità inps
L’assegno ordinario di invalidità e l’INPS (Corriere della Sera, 31 agosto 2017)

L’INPS ha a quel punto mandato medici di altre province a ricontrollare e visitare chi aveva l’AOI, e il risultato è stato inequivocabile: gli assegni ordinari di invalidità sono usciti dimezzati. Il 54% delle visite ha prodotto una revoca. 328 trattamenti sono stati cancellati, anche se su più della metà ora pende un ricorso. E in Italia? In Italia l’uno per cento dei lavoratori percepisce l’AOI in Veneto e in Trentino Alto Adige, il 6,7% lo percepisce in Calabria.
 

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