Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa fanno la Mossa del Cavallo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-11-15

Con l’obiettivo di avere almeno due partiti che lo rappresentino Antonio Ingroia si dà all’ippica e fonda una nuova formazione politica assieme all’esperto dei complotti Giulietto Chiesa. Almeno si sa già che se non verranno eletti è colpa dei Poteri Forti

article-post

No, non è una pièce teatrale tratta dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri. E non è neppure un’esotica posizione del kamasutra ispirata al Palio di Siena. La Mossa del Cavallo il nuovissimo e fantastico partito di Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia che verrà presentato domani, 16 novembre, nella sala stampa della Camera dei deputati. L’ex Pm e fondatore di Azione Civile e il giornalista esperto di complotti e terrorismo internazionale ritengono che in Italia, nel 2017, sia “ormai indispensabile offrire uno sbocco a tutti i cittadini che non si sentono rappresentati dai partiti ma sentono la necessità di partecipare alla vita politica per cambiare lo stato delle cose”.

Mossa del Cavallo o mossa del cavolo?

Diamo quindi un caloroso benvenuto all’ennesimo partitino che promette di dare la giusta rappresentazione ai cittadini che non si sentono rappresentati dalla ventina di gruppi parlamentari che sono attualmente in Parlamento (ai quali vanno aggiunti altri partiti minori che non hanno al momento rappresentanza parlamentare). La Mossa del Cavallo è un passo deciso in direzione della creazione di un partito per ogni elettore. Del resto è quello l’unico modo per essere davvero rappresentati. Anche perché Ingroia un partito suo ce l’avrebbe, è Azione Civile, ma evidentemente non lo rappresentava abbastanza. Anche perché nel frattempo Rivoluzione Civile – la coalizione con cui Ingroia si è candidato alla Presidenza del Consiglio alle politiche 2013 – è scomparsa.
chiesa ingroia mosssa del cavallo - 2
Giulietto Chiesa definisce la Mossa del Cavallo una lista del popolo. Non un nuovo partito ma “la società civile che si organizza” per salvare l’Italia dal degrado. Sarà un partito che attuerà la Costituzione (qualsiasi cosa voglia dire) e si farà portatore di un programma rivoluzionario. Non si sa ancora quale ma è facile intuire – vista la presenza di Chiesa – che al centro della proposta politica ci saranno l’uscita dall’Euro e dall’Unione Europea e forse l’apertura di una Commissione di inchiesta sugli attacchi dell’11 settembre, lo sbarco sulla Luna e le scie chimiche. Senza dimenticare ovviamente la lotta al signoraggio bancario, un altro pallino di Chiesa.
chiesa ingroia mosssa del cavallo - 1
Azione Civile promette invece contenuti nuovissimi e diversissimi che saranno in grado di scompaginare il quadro politico con un progetto innovativo.
chiesa ingroia mosssa del cavallo - 4 chiesa ingroia mosssa del cavallo - 3
Una specie di M5S fuso con MdP che – promette Azione Civile – continuerà anche dopo le prossime elezioni politiche e anche in caso la Mossa del Cavallo dovesse prendere lo 0,1%. Peccato che Azione Civile dopo le politiche del 2013 sia scomparsa e che questo non sia certo un buon auspicio.

La vera Mossa del Cavallo di Ingroia

In realtà ora Ingroia secondo il Tempo ha altri problemi. Dopo le politiche 2013 venne nominato dal Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta Presidente di Riscossione Sicilia. Incarico che Ingroia non poté mai assumere a causa del parere negativo del CSM che lo aveva trasferito ad Aosta. Ingroia successivamente annunciò le dimissioni dalla magistratura (ma in realtà risulta decaduto dall’incarico) e al momento è amministratore unico di Sicilia Digitale. Un posto che a quanto pare spera di mantenere viste le dichiarazioni fatte nei confronti di Nello Musumeci, nei confronti del quale ha speso parole di stima spiegando che il nuovo Presidente “fa parte della destra legge e ordine”.

Una ricostruzione questa che Ingroia ha duramente contestato, dicendo che a differenza di tanti politicanti un lavoro lui ce l’ha. Esercita la professione di avvocato in ben tre studi legali da lui condotti (a Roma, Milano e Palermo) e che quindi non ha bisogno dello stipendio di Sicilia Digitale. Qualcuno potrebbe chiedersi dove trova il tempo per dedicarsi a Sicilia Digitale, ma è un altro discorso. Al tempo stesso però Ingroia ha ribadito che “un incarico istituzionale non muta se muta la maggioranza dell’organismo a cui fa riferimento” e che nell’interesse dei siciliani il nuovo Presidente dovrebbe abbandonare “la logica spartitoria degli incarichi, secondo i criteri dell’appartenenza, che ha sempre regnato in Sicilia e nel Paese”. Insomma, non ne ha bisogno, ha molti impegni – e pure un nuovo partito – però sarebbe brutto se qualcuno lo mandasse a casa.

Potrebbe interessarti anche