Antonio Di Maio: la “confessione” del padre del ministro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-30

In un’intervista rilasciata al Corriere l’imprenditore sostiene che i suoi figli non sapessero nulla del lavoro nero e replica (in modo non convincente) anche ad altre accuse

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E venne anche il momento di sentire la versione di Antonio Di Maio. In un’intervista rilasciata ad Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera il padre di Luigi si assume tutte le colpe sul lavoro nero e sostiene di aver taciuto tutto ai suoi figli e in particolare al ministro per ragioni affettive:

Nelle carte lei ammette di aver pagato in nero alcuni operai, possibile che non ne avesse mai parlato in famiglia?
«Sì e mi dispiace. Come papà ho sempre cercato di tutelare la mia famiglia. Ho affrontato i momenti difficili da solo, senza parlarne con i miei familiari perché non volevo si preoccupassero. Sono pronto a rispondere dei miei errori. Ma dovete lasciar stare la mia famiglia, i miei figli che non c’entrano nulla con tutto questo. Quando si commettono degli errori li si nasconde ai propri figli perché si ha paura che possano perdere la stima nei tuoi confronti. Io volevo che i miei figli fossero orgogliosi del loro papà. E ora non so se è così ed è la cosa che mi fa più male».

luigi di maio padre renzi boschi lavoro nero - 9

Antonio Di Maio risponde anche sulla questione della moglie amministratrice incompatibile (per le leggi sui dipendenti pubblici) e sulla questione del lavoro d’estate del figlio nella sua azienda (che non è documentato dalle buste paga ricevute). Nel primo caso sostiene di aver scoperto in seguito l’incompatibilità, nel secondo l’arrampicata sugli specchi è evidentissima:

Perché sua moglie ha deciso di ricoprire il ruolo di amministratore della società? È vero che in quanto insegnante e dipendente pubblica per legge non poteva ricoprire tale incarico?
«Lo abbiamo scoperto negli ultimi anni e così ci si è attrezzati per cederla. Abbiamo sempre detto ai nostri figli che era tutto in regola».

Perché tra i documenti forniti da suo figlio mancano alcuni contratti estivi?
«Luigi ha lavorato per l’azienda di famiglia da febbraio a maggio 2008 regolarmente contrattualizzato; d’estate qualche volta mi accompagnava al cantiere».

Leggi sull’argomento: Tutto quello che non torna nella “massima trasparenza” di Luigi Di Maio

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