«Ho accolto in casa mia sei migranti e ora mi candido»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-08

Antonio Calò e sua moglie avevano accolto in casa sei giovani profughi africani che erano sbarcati a Lampedusa. Ora si candida con il PD

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Si chiama Antonio Calò, vive a Treviso, è insegnante di storia e filosofia e  tre anni fa il presidente Sergio Mattarella aveva insignito lui e la moglie del titolo di ufficiali al merito della Repubblica: avevano accolto in casa sei giovani profughi africani che erano sbarcati a Lampedusa, aggiungendoli ai loro quattro figli. Oggi annuncia a Repubblica che si candiderà alle elezioni europee con il Partito Democratico:

Com’è nata la sua candidatura?
«Dalla base. L’accoglienza mi ha reso un altro uomo».

Lei si candida nel Nord Est. Come pensa di contrastare l’egemonia leghista?
«Con il dialogo. Dirò che l’accoglienza è una risorsa. “Non abbiate paura”. Venite a casa mia. Incontrerete delle persone. E quando si conoscono le persone, le paure si dileguano».

Cosa pensa della retorica di Salvini?
«Che avrebbe bisogno confrontarsi di più con la realtà».

I sondaggi dicono che lui la comprende benissimo.
«Sono spaventato dalla semplificazione del suo linguaggio. Vuole risolvere problemi complessi con degli slogan. Di semplificazione in semplificazione si rischia di arrivare alla dittatura».

Non è un’esagerazione?
«Perché non fa il suo dovere di ministro? Io sono stato attaccato da Forza Nuova, hanno affisso dei manifesti contro la mia famiglia sul muro della scuola. Nessuno si è fatto vivo. Non sarebbe dovere del Viminale debellare queste forze che vanno contro la Costituzione?».

È spaventato?
«Mi spaventa di più un ministro che sta tutto il giorno a fare selfie, che non è mai in ufficio, ma in perenne campagna elettorale. Non risolve i problemi».

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