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Antonio Bonaldo: il dirigente della Regione Veneto a processo per molestie sessuali

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-31

Secondo l’accusa, in un caso aveva solamente appoggiato la mano sul fianco di uno di loro, «con fare lascivo». Per due volte aveva cercato di baciarli sulla bocca

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Un dirigente della Regione Veneto, già sospeso e ora in pensione, andrà a processo per violenza sessuale. Lui si dice innocente, la Regione si è costituita parte civile. Antonio Bonaldo, 62enne di Mirano, ex dirigente del settore Ricerca e Innovazione della Regione Veneto, sospeso dal servizio per quattro mesi un anno e mezzo fa su richiesta del pm Gava e su ordine del gip Barbara Lancieri,  ha respinto tutte le accuse attraverso il suo legale, l’avvocato Patrizia Vettorel, la scelta è stata quella di affrontare il processo in aula, dove verranno ascoltati tutti i testimoni e dove punta a far emergere la «sua» verità. Racconta oggi il Corriere del Veneto:

In un caso aveva solamente appoggiato la mano sul fianco di uno di loro, «con fare lascivo», come è scritto nelle accuse del pm Giorgio Gava. Per due volte aveva cercato di baciarli sulla bocca. Nel caso più grave, quello più risalente nel tempo, aveva addirittura palpeggiato i genitali di un quarto dipendente della Regione Veneto.

E in tutti e tre i primi casi, avvenuti tra il 2016 e il 2017, sarebbe scattato – sempre secondo l’accusa, che gli contesta per questo la tentata concussione oltre alla violenza sessuale, aggravata dal cosiddetto «abuso di relazione d’ufficio» –anche una sorta di «sexy ricatto»: o la «vittima» gli concedeva delle prestazioni sessuali omosessuali, oppure lui ne avrebbe ostacolato la carriera negli uffici di Palazzo Balbi, arrivando addirittura a minacciare il licenziamento.

palazzo balbi regione veneto

A dare il via all’inchiesta era stata la «confidenza» di un dipendente al responsabile anticorruzione regionale. Ma quando il giovane si è tolto il «peso» di raccontare alla struttura interna quelle avance sessuali con la prospettiva di sistemarsi dal punto di vista lavorativo, anche altri tre hanno deciso di «vuotare il sacco».

Subito è stata interessata la procura, che dopo aver sentito le persone offese e anche molti altri dipendenti interni alla Regione e lo stesso dirigente che stava sopra Bonaldo, si è convinta della sincerità delle accuse.

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