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Andrea Triscuoglio, malato di Sla arrestato perché trovato con la cannabis light (che usa per curarsi)

Massimiliano Cassano 10/05/2022

Il fondatore dell’associazione “Lapiantiamo” Andrea Triscuoglio, malato di sla, è stato arrestato perché trovato in possesso di cannabis light, della quale fa uso per scopi terapeutici

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“Fotografia segnaletica, impronte digitali, esami genetici. Pensate che io stia parlando di Riina? No, parlo di me dopo che mi hanno fermato a Taranto con la cannabis legale”. Andrea Triscuoglio, fondatore dell’Associazione Lapiantiamo malato da tempo di Sla, ha raccontato a L’Immediato la sua disavventura con la legge dopo essere stato trovato dalla Guardia di Finanza in possesso di cannabis light, quella con il principio attivo al di sotto dello 0,2% che utilizza per curare la sua malattia, e per questo motivo arrestato per detenzione di stupefacenti.

Andrea Triscuoglio, malato di Sla arrestato perché trovato con la cannabis light (che usa per curarsi)

“Torna come un boomerang il problema di una legge che possiamo definire grigia ed incompiuta, la 242 del 2016, che di fatto non tutela gli imprenditori nel loro diritto al lavoro e pone le persone agli arresti domiciliari”, hanno sottolineato in una nota Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani. Lo scorso novembre Triscuoglio aveva sottolineato un problema simile a quello segnalato più volte anche da Walter De Benedetto, malato artrite reumatoide e volto della battaglia per la cannabis terapeutica recentemente scomparso: la difficoltà a reperire la sostanza, e le dolorose conseguenze che questo comporta: “Sono senza cannabis da mesi, nelle farmacie non c’è e non arriva ed è una cosa che non posso più accettare”.

“Paradossale che si proceda con gli arresti in attesa degli accertamenti”

Il suo avvocato difensore Angelo Ippolito ha dichiarato che  “il fermo ha innestato immediatamente una cascata di conseguenze che hanno portato agli arresti domiciliari”. “È paradossale – ha aggiunto – il fatto che stiamo parlando di una produzione che è consentita dalla legge, che è lecita, perché nei limiti prescritti dalla legge, ma siccome non si può fare un accertamento immediato si è proceduto con gli arresti”. Il 19 Novembre 2020 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza sulla commercializzazione dei prodotti a base di CBD. Un documento fondamentale perché ha stabilito che per il CBD debbano valere le disposizioni sulla libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione europea.

 

(immagine di copertina: post Facebook Canapa Info Point)

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