È morto Walter De Benedetto, volto gentile della lotta per la cannabis terapeutica

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-09

All’età di 50 anni è morto Walter De Benedetto, affetto da una rara malattia neurodegenerativa: aveva dovuto sostenere un processo per detenzione e spaccio per aver coltivato dentro casa cannabis a uso terapeutico visto che le quantità fornite dallo Stato non erano sufficienti per alleviare i suoi dolori

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Ad aprile dello scorso anno era stato assolto in un processo con rito abbreviato dopo la denuncia dei carabinieri che lo avevano trovato con una piccola coltivazione di marijuana dentro casa: a Walter De Benedetto serviva per curare la sua artrite reumatoide, rara malattia neurodegenerativa altamente invalidante, vista la difficoltà a reperire la sostanza per vie legali in quantità sufficienti a non farlo soffrire. De Benedetto è morto nella notte di domenica a 50 anni, ne avrebbe compiuti 51 ad agosto. Di questi, 36 ne ha passati a combattere con la malattia prima, e con una legge ingiusta poi.

È morto Walter De Benedetto, volto gentile della lotta per la cannabis terapeutica

Era “il vero leader gentile della battaglia per la legalizzazione della cannabis”, come l’ha definito in un messaggio di cordoglio l’organizzazione no profit Meglio Legale. “Noi continueremo la sua e la nostra lotta – aggiungono gli attivisti – con maggiore forza e determinazione, come lui ci ha insegnato”. La sua assoluzione dello scorso anno ha contribuito alla causa, creando un precedente che potrebbe tornare utile a quanti si trovano nelle sue stesse condizioni. E proprio lui aveva spiegato di battersi “anche per tutti coloro che vivono nelle mie stesse difficoltà” proprio perché “è stato affermato il principio del diritto di cura con la cannabis a solo scopo terapeutico”. De Benedetto si era rivolto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella spiegandogli di essere stato “costretto a violare la legge per non soffrire”. Dopo l’udienza preliminare aveva dichiarato: “Non ho più tempo per aspettare i tempi di una giustizia che ha sbagliato il suo obiettivo. Il dolore non aspetta. Mi assumo la mia responsabilità, mi sento al posto con la mia coscienza”.

Il cordoglio di Marco Cappato

Tra i tanti messaggi di cordoglio quello di Marco Cappato, che con la sua Associazione Luca Coscioni gli è stato vicino nei momenti più difficili: “La prima volta mi parlava del suo fine vita. Si è poi battuto contro la violenza di uno Stato che l’ha processato per la cannabis. Ha vinto la battaglia ma non abbiamo fatto in tempo a vincere con lui per la legge. Andiamo avanti. Grazie Walter”.

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