Attualità
Andrea Scanzi e Fiorella Mannoia “vittima del tifo sui migranti”
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-07-03
Dopo il tweet il giornalista scende in campo in difesa della cantante: quelli del PD non possono criticarla
Dopo la brutta serata di Fiorella Mannoia su Twitter in seguito al tweet di sabato scorso, Andrea Scanzi scende in campo in difesa della cantante e sul Fatto spiega che “il tifo sui migranti” ha fatto un’altra vittima: lei.
La Mannoia è stata attaccata da tutti. Dai leghisti, secondo cui Salvini è come noto Geova. Da molti grillini, che fino al 4 marzo non amavano granché la Lega, ma che ora paiono adorarla per osmosi. Gli attacchi più virulenti sono però arrivati dalla parte teoricamente vicina alla Mannoia: la sinistra. Quella dura e pura: e ci sta. E quella del Pd: e non ci sta per niente, perché Salvini sta solo facendo con più convinzione ciò che già faceva Minniti.
Ai tanti piddini che cercano di rifarsi una verginità attaccando “i fasciorazzisti del Salvimaio”, andrebbe giusto chiesto dove (cazzo) fossero quando Minniti faceva le stesse identiche cose, ma proprio identiche, e loro accettavano tutto. Magari pure i lager libici.
Secondo Scanzi c’è chi può attaccare la Mannoia, ma fra questi non ci sono i fans del Partito Democratico che dovrebbero stare zitti causa Minniti. E infine, sul voto ai 5 Stelle, il giornalista rettifica le credenze “popolari”:
La Mannoia disse di avere molte perplessità iniziali sui 5 Stelle, ma di averli poi conosciuti in Parlamento e quindi stimati. Li ha votati in passato ma non nel 2018, dopo la disillusione per il mancato appoggio allo Ius Soli. Il Giornale, non senza godimento, le ha consigliato di tornare a cantare “Come si cambia”. Nel frattempo gli insulti continuano.
C’è persino chi, applicando un sillogismo granitico come un ragionamento di Nardella sulla teoria quantica, dice che poiché Mengele Salvini è responsabile (come no) della morte di centinaia di innocenti in mare, allora anche la Mannoia è un’assassina. Siamo proprio malati di tifo e demenza. E il “bello” è che neanche ci facciamo caso più. Buona catastrofe.