Il posto a rischio di Andrea Mazzillo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-07-31

L’assessore al Bilancio su Facebook ritratta le critiche in democristiano stretto per mantenere il posto. Ma poi le ripete di nuovo con il Messaggero. Chiedendo manager romani invece di quelli scelti da Colomban

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UN po’ come il compagno Andropov che aveva soltanto un raffreddore, l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo ieri sera ha fatto sapere che le sue considerazioni di carattere economico e finanziario su Roma “sono state interpretate in maniera distorta”, mentre le “ricostruzioni giornalistiche” sulla linea del MoVimento “sono frutto di libera interpretazione e completamente estranee al mio pensiero”.

L’assessore Andrea Mazzillo e il dissesto di Roma

Poche righe in politichese da stretta Prima Repubblica che provocano un tripudio di “giornalisti infami” su Facebook ma non servono che a nascondere la polvere sotto il tappeto dei problemi di Roma. Un passo indietro, spiega oggi Il Fatto, preteso dalla sindaca Virginia Raggi, che prende forma nel corso della giornata visto che, dalle pagine del Sole 24 Ore, Mazzillo in mattinata aveva dato fuoco alle polveri strizzando l’occhio al referendum dei Radicali per la privatizzazione di Atac, osteggiato dal Movimento.
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E non solo: “Il debito di Atac da 1,38 miliardi per il Comune – aveva spiegato Mazzillo al Sole – è un credito che vale oltre 500 milioni. Se oggi la società fallisce anche il Comune ha serie difficoltà e rischia il dissesto”, aveva spiegato al quotidiano di Confindustria. Inoltre, il responsabile dei conti capitolini si era spinto anche a chiedere un tavolo con governo e Regione sui tanti nodi della Città Eterna.

L’abiura e la conferma

Ma la parte veramente comica della vicenda è che Mazzillo dopo il post su Facebook con il Messaggero torna a parlare di Roma e sostanzialmente conferma tutto quello che voleva smentire.

Le sue dimissioni, spiega, non sono mai state sul tavolo perché «continuo a credere nel progetto del Movimento Cinquestelle e in quello che facciamo per la città». E proprio nell’interesse di Roma, sottolinea, «è importante che siano sotto controllo le società partecipate del Comune, perché sono un elemento del bilancio consolidato del Campidoglio e possono creare criticità se non vengono ben governate. Su quello la mia linea è molto chiara». Qual è? «È importante che la politica sia presente. Non è che scegli un manager e lo trascuri… No, devi seguirlo, devi vedere come va». Rota, l’ex diggì di Atac, non si è fatto gestire? «Sicuramente», risponde Mazzillo.

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Di più: Mazzillo inventa anche la categoria della romanità necessaria per guidare le aziende romane:

«Vorrei fare un ragionamento sulla romanità – argomenta l’assessore al Bilancio – Voglio dire: prendiamo persone che si conoscono e che conoscono i problemi di Roma. Perché è una città sui generis, non è come le altre. Qui a Roma, servono persone che conoscano bene la sua complessità. Poi se vengono da fuori, va bene lo stesso, ma devono conoscerla bene questa città».
È anche una questione di impegno e di tempi, ragiona Mazzillo. «Io faccio l’assessore al Bilancio, non ho mai un giorno libero. Perché i problemi sono all’ordine del giorno, pure il sabato e la domenica. Secondo me se tu vuoi fare bene il tuo lavoro per questa città, ci devi vivere a Roma. Non è che puoi fare il pendolare, stare tre quattro giorni e poi tornare a casa».

Insomma, prima l’abiura su Facebook e poi l’attacco ripetuto a Colomban. Andrea Mazzillo gioca con il fuoco. La sua fortuna è che sarebbe difficile per la Giunta trovare un altro assessore al bilancio.

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