L’Amazzonia che scompare a causa degli incendi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-21

Con 9.500 roghi nell’ultima settimana il mese di agosto del 2019 è il peggiore dal 2013 per la Foresta Amazzonica. Nel corso di quest’anno è stato registrato un aumento dell’83% degli incendi che ha provocato una perdita della copertura della foresta. La causa è l’uomo ma per il Presidente brasiliano Bolsonaro è tutto un complotto delle ONG

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Brucia la Foresta Amazzonica. Da gennaio ad oggi sono stati 73mila gli incendi registrati dall’Istituto di ricerca spaziale nazionale (Inpe). L’83% in più rispetto ai 39.759 del 2018. L’ultima settimana è stata terribile: le foto scattate dal satellite mostrano 9.500 nuovi roghi, concentrati quasi tutti nel bacino del Rio delle Amazzoni. La situazione è così grave che lo Stato di Amazonas ha dichiarato un’emergenza nel Sud e nella capitale Manaus, e anche nello Stato di Acre, al confine con il Perù, è stata dichiarata da venerdì un’allerta ambientale a causa degli incendi.

Per il Presidente Bolsonaro non c’è alcuna emergenza in Amazzonia

Secondo uno studio pubblicato su Nature da un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Oklahoma sulle foto satellitari della NASA stima che a partire dal 2013 si sia verificato un aumento della perdita di territorio coperto dalla foresta pluviale. Tra il 200 e il 2017 la Foresta Amazzonica ha perso una porzione di territorio pari alla superficie della Germania, con 400.000 km quadrati in meno di foresta. I dati del satellite Copernicus mostrano che il livello delle emissioni è il più alto dal 2003. Lunedì il fumo degli incendi ha raggiunto la città di San Paolo, che si trova a migliaia di chilometri di distanza.

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Nel corso del 2019 la causa principale della perdita di copertura forestale sono gli incendi che vengono appiccati per disboscare la foresta per creare nuove terre coltivabili. Anche se l’anno in corso non è il peggiore dell’ultimo decennio (il record spetta al 2016). Secondo il ministro dell’Ambiente brasiliano Ricardo Salles gli incendi sono favoriti dal clima arido, dal vento e dalle alte temperature. Per il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro i dati non sono preoccupanti perché questa è la stagione in cui gli agricoltori “ripuliscono” il terreno per la semina. In precedenza il Presidente aveva puntato il dito contro le Organizzazioni Non Governative, colpevoli a suo dire di aver appiccato gli incendi per vendetta dopo il taglio dei fondi statali.

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La posizione di Bolsonaro è in netto contrasto con quella dell’Inpe, che ha invece fatto notare che il numero degli incendi è superiore alla media stagionale. A fine luglio il Presidente aveva accusato l’Istituto di inventarsi i dati sull’aumento della deforestazione per attaccare il suo governo. La notizia dei vasti incendi che stanno devastando la foresta pluviale ha scosso l’opinione pubblica e su Twitter ha preso piede l’hashtag #PrayforAmazonia allo scopo di sensibilizzare gli utenti sul dramma degli incendi e la potenziale perdita di biodiversità di quella che è considerata il più importante polmone verde del Pianeta.

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