L'alleanza M5S-Lega-FdI

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-03-23

Il patto di Neanderthal, le indiscrezioni sulle intenzioni dei capi grillini e i risultati di un sondaggio che dà solo due maggioranze possibili alla Camera con la legge elettorale in vigore

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Annalisa Cuzzocrea su Repubblica oggi torna sull’ipotesi di alleanza Grillo-Salvini-Meloni – che noi ribattezziamo “Il patto di Neanderthal” – citando una certa “simpatia” dei “vertici” M5S per l’ipotesi:

Chi ha parlato con i vertici non ha dubbi: «Mai alleanze a sinistra». E non si tratta solo di “sentimenti”, ma di calcoli. «Le nostre proiezioni ci dicono che i voti che potrebbero mancarci realisticamente li potremmo ottenere solo dalla Lega e da Fratelli d’Italia». Meglio Matteo Salvini e Giorgia Meloni di Pier Luigi Bersani? «Non dico che vogliamo andare con Salvini, ma sì, è di certo meno screditato di quegli altri. E comunque, in questi anni, ha fatto opposizione come noi».
Dice Nicola Morra: «Sa di chi fu uno degli interventi più belli contro il Jobs Act? Di Walter Tocci. Che si dimise, ma dopo un po’ è tornato a fare il bravo soldatino nel Pd. E contro la buona scuola? Della senatrice Dirindin, che fece un discorso devastante, poi però votò la fiducia. Queste persone usano la ragion di Stato di stampo machiavellico, quella per cui il fine giustifica qualsiasi mezzo. La vera apertura non ce la fanno loro, ma i milioni di elettori dei vecchi partiti che si sono svegliati e votano il Movimento».

grillo salvini meloni alleanza

«Sono dell’avviso — spiega Morra — che come abbiamo sempre detto, noi dobbiamo portare i punti del nostro programma, perché la Costituzione dice che è in aula che si formano le maggioranze». Quanto alla prima avversaria di streaming di Bersani, Roberta Lombardi è convinta che l’ex segretario pd «non abbia ancora capito come siamo fatti. Non lo aveva capito all’epoca e non l’ha capito ora. Se la sua proposta è sincera, deve spiegarci perché in questi anni non è stato disponibile su nessuna delle nostre proposte. Se è tatticismo per spaccare il fronte guidato dal Pd, non ha capito che noi di tatticismi non ne facciamo».

D’altro canto Paolo Pagliaro ieri a Otto e Mezzo ha presentato i risultati di un sondaggio Demopolis con i dati del Barometro Politico che danno queste percentuali per i partiti oggi in corsa:
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Mentre la ripartizione dei seggi alla Camera con il proporzionale puro con premio al 40% e soglie di sbarramento al 3%, ovvero la legge oggi in vigore dopo le correzioni all’Italicum della Corte Costituzionale:
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Con questi risultati, spiega Demopolis, sono possibili solo due maggioranze (in realtà, quasi-maggioranze) alla Camera: una è quella formata da M5s, Fratelli d’Italia e Lega Nord che porterebbe 309 deputati; l’altra è quella che vede in campo Partito Democratico, Forza Italia, MDP, AP e altri delle minoranze linguistiche:
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Insomma, con l’attuale legge in vigore alla Camera (diversa da quella in vigore al Senato) soltanto con una strana alleanza post-elettorale si potrebbe raggiungere la maggioranza (o quasi, visto che dal conto sono esclusi i dodici eletti all’estero). In attesa di modifiche e armonizzazioni, il risultato è questo.

Leggi sull’argomento: L’alleanza M5S-Salvini-Meloni

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